Un Auditorium Biagi stracolmo ieri a Bologna in occasione del 30° anniversario della cosiddetta svolta della Bolognina, con cui Achille Occhetto decretò la fine della storia pluridecennale del Partito Comunista Italiano.
E all’incontro 1989. Cade il muro, cambia il mondo, organizzato da Fondazione Duemila e associazione Berlinguer, c’era proprio l’ultimo segretario del Pci che ha presentato il suo libro Il crollo del muro e la svolta della Bolognina. Nella platea tanti ex compagni celebri come Claudio Petruccioli, Ugo Sposetti, Fabio Mussi mentre tra i relatori l’ex premier Romano Prodi e il deputato del Pd Piero Fassino, all’epoca coordinatore della Segreteria nazionale del Pci e successivamente, fra l’altro, ministro della Giustizia.
«Oggi siamo in uno scenario del tutto diverso – ha puntualizzato il parlamentare piemontese – ma che richiede alle forze progressiste e alla sinistra una capacità di innovazione forte».
Fassino non è mancato di intervenire anche sul tema dei diritti civili replicando a Prodi. L’ex presidente del Consiglio, contrapponendoli ai diritti sociali, aveva infatti sostenuto che il fallimento della socialdemocrazia sarebbe da addebitarsi al fatto che molti degli ex elettori percepiscono che essa ha difeso le persone omosessuali e non gli operai.
Fassino ha fatto garbatamente notare l’infondatezza di tale assunto, mettendo fra l’altro in luce come non ci sia alcuna contrapposizione tra diritti sociali e civili, perché – secondo un pensiero caro a Franco Grillini, che era seduto in prima fila – non si possono dare gli uni senza gli altri.
Ma per un tweet lanciato ieri è montata oggi una polemica all’incontrario che ha attribuito a Fassino quanto detto da Prodi.
Interpellato da Gaynews, l’ex guardasigilli ha preferito non commentare quanto avvenuto sui social dichiarando: «Il riconoscimento del diritto di ogni persona a vivere il proprio orientamento sessuale liberamente e senza discriminazioni è un’acquisizione di civiltà, da cui in nessun modo si deve recedere. Diritti civili e diritti sociali sono inscindibili dimensioni di una societa che voglia essere libera, giusta e equa».