«Va’ a casa a cambiarti che così fai schifo». Queste le parole rivolte ieri mattina, intorno alle 11:30, da un tabaccaio di Maratea (Pz) a Eugenio, 26enne gay di origini potentine ma da tre anni residente a Milano, che aveva chiesto se poteva entrare a comprare le sigarette, pur essendo sprovvisto di mascherina.
Il giovane, che indossava un camicia colorata lunga stile Positano sul costume di bagno, si era premurato di coprirsi la bocca con un asciugamano mentre nell’esercizio commerciale altre due persone, anch’esse sprovviste di mascherina, colloquiavano col proprietario. Raggiunto in un primo momento incredulo il proprio compagno Antonio, che lo attendeva in auto per recarsi a mare, Eugenio ha poi deciso di tornare indietro.
«Quando sono arrivato nuovamente davanti al negozio – così racconta l’accaduto a Gaynews –, gli ho detto: Guarda che fai schifo lo vai a dire a tua madre. Mi sono voltato e ho raggiunto l’auto. A un tratto l’ho sentito gridare alle mie spalle: Ricchione di merda. Fortunatamente l’urlo, che è stato udito da tantissime persone in strada, ha fatto sì che mi girassi. Il che mi ha fatto scansare ed evitato di cadere, perché l’uomo, come visto dal mio compagno, era alle mie spalle e stava per spingermi. Ho cercato di tranquillizzare Toni, invitandolo ad andare via. Non contento il tabaccaio ha gridato: Fate ben ad andarvene, froci di merda».
Eugenio, che ha una casa di famiglia a Maratea dove trascorre da sempre l’estate, ha aggiunto: «In 26 anni non mi era mai capitato una cosa di simile. Ho chiaramente sporto subito denuncia ai carabinieri. Fatti del genere ai danni delle persone Lgbti, purtoppo all’ordine del giorno come raccontano le cronache, sono inaccettabili. Mi auguro perciò che il Parlamento si muova ad approvare la legge contro l’omotransfobia».
Dello stesso parere è anche Nadia Girardi, attivista trans e componente del direttivo di Agedo Potenza, che ha dichiarato a Gaynews: «Conosco da anni Eugenio, a cui sono legata da affettuosa amicizia. Nell’esprimere piena solidarietà a lui e a Toni, sento di lanciare un solo semplice appello: Basta odio. Non chiediamo altro».