Si terrà stasera (ore 17:00) a Roma in via Giuseppe di Bartolo 24, nel parcheggio autobus antistante la fermata metro Valle Aurelia, il presidio stanziale #Baciochimepare per protestare contro l’aggressione dell’attivista Jean Pierre Moreno e del compagno Alfredo Zanobio. Come noto, i due giovani sono stati aggrediti, la sera del 26 febbraio, nella stazione di Valle Aurelia proprio per essersi baciati.
A organizzare la manifestazione Prisma – Collettivo Lgbtqia+ Sapienza, Marielle – Collettivo femminista e Lgbtqia+ Roma Tre, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Associazione Famiglie Arcobaleno, Link Roma, Rete Genitori Rainbow, Uaar Circolo di Roma, Taboo – Collettivo Transfemminista Sapienza, Altro Ateneo Tor Vergata, Gaynet Roma, Unione degli Studenti Roma, I Sentinelli di Roma, Rete degli Studenti Medi Lazio, Agedo Roma, Link Roma Tre, Link Sapienza, Di’ Gay Project, Associazione Libellula, Ufficio Nuovi Diritti Cgil Nazionale, Ufficio Nuovi Diritti Cgil Roma e Lazio, ArciSparwasser, Collettivo UgualMente Frosinone, Non Una Di Meno Roma, Associazione Melitea. Numerose le realtà aderenti, tra cui anche Da’ voce al rispetto, la campagna nazionale dal basso per l’approvazione della legge contro le violenze e discriminazioni per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.
Ragione, questa, che è anche tra le finalità dello stesso presidio. «Pretendiamo che questa legge – si legge infatti nel comunicato ufficiale – venga immediatamente calendarizzata e approvata in Senato, senza alcuna modifica o compromesso al ribasso». Richiesta, questa, che Da’ voce al rispetto ha esplicitato, alcuni giorni fa, in una petizione sulla piattaforma internazionale All Out.
Ma, consapevoli «che tutto questo non basta», le associazioni promotrici scenderanno in piazza anche per rivendicare alte istanze, tra cui l’«educazione sessuale, all’affettività e alle differenze nelle scuole di ogni ordine e grado, come avviene in tutta Europa e come da oltre 10 anni raccomanda l’Oms», «la fine della rettificazione genitale alla nascita per le persone intersex» e «la piena depatologizzazione dei percorsi di transizione e un superamento della legge 164/1982, la piena applicazione della legge 194 sull’aborto, nonché una legge che vieti a chi pretende di curarci di praticare le cosiddette “terapie di riconversione”».