Sul Lungomare Liberato di Napoli, luogo simbolico di una città che negli ultimi anni ha avviato un interessante processo di emancipazione sociale e culturale, nella mattinata di domenica 7 maggio si è svolta (come in altre otto città italiane) la Festa delle Famiglie, organizzata da Famiglie Arcobaleno con il patrocinio del Comune di Napoli e sostenuta da tutte le associazioni che, sul territorio, lottano per l’eliminazione di stigma e pregiudizio nei confronti delle coppie formate da due uomini, da due donne o da persone transessuali.
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«Le famiglie omosessuali – ha dichiarato dal palco Giuseppina La Delfa, leader storica di Famiglie Arcobaleno – non sono solo quelle che vanno al Pride e che, in quell’occasione, sono raccontate dai media in tutta l’esuberanza della parata, ma sono famiglie come tutte le altre. Siamo qui per ricordare ai politici che i nostri figli non sono ancora tutelati e che, sebbene la legge Cirinnà abbia fatto fare un passo in avanti al nostro Paese, è arrivato il tempo di garantire l’accesso alle pratiche di procreazione assistita anche alle coppie di donne lesbiche o alle donne single perché tutte le donne devono accedere in maniera legale e degna alla genitorialità».
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La madrina della festa, l’attrice Rosalia Porcaro, ha ribadito, invece, il senso reale della discriminazione e del pregiudizio: «Quelli che credono che un bambino non cresca bene con due uomini o con due donne, non parlano veramente di quel che accade ai figli delle famiglie arcobaleno perché i bambini crescono benissimo. Parlano del loro pregiudizio e di come loro rifiutino, nei fatti, la realtà delle famiglie arcobaleno. Insomma, il pregiudizio nasce e muore negli occhi di chi discrimina».
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Particolarmente significativa è stata la presenza del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, sempre sensibile alle istanze della comunità Lgbt.
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«La Festa delle Famiglie – ha dichiarato il primo cittadino – è un’ottima iniziativa che si fa per ricordare il concetto di famiglie e per sottolineare che non esiste un’unica famiglia ma che esistono più famiglie legate dal vincolo dell’amore: è questo l’unico vincolo che stringe due persone che vogliono stare insieme e che hanno il diritto di fare una famiglia, a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, e devono fruire di tutti i diritti possibili. La Festa delle Famiglie è anche un’occasione per ribadire che c’è ancora tantissimo da fare perché siamo ancora indietro sull’estensione dei diritti anche ai figli».
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Infine il sindaco de Magistris, si è espresso anche sull’articolo pubblicato oggi da La Repubblica, in cui la giornalista Liana Milella, sollevando una notevole polemica in rete, ha parlato di “flop” delle unioni civili, sostenendo che il numero delle coppie “unite”, a un anno dal varo della legge Cirinnà, è inferiore alle aspettative soprattutto al Sud: «Sinceramente, non darei troppo peso al dato statistico. A noi deve interessare che ci sia un riconoscimento del concetto di famiglie in modo plurale. Questo è ciò che importa. Forse c’è anche gente che sta insieme, si ama e non avverte necessità di unirsi e del resto la legge presenta anche passaggi che non sono particolarmente chiari. Per esempio, non parla mai di persone ma parla di parti, sembra che si stia stipulando un contratto. Insomma, la legge sulle unioni Civili è una legge importante ma non fa ancora un passo clamoroso in avanti».
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