Marchigiano puro sangue, Paolo Baga è l’anima di tante serate disco only men e non da un capo all’altro dell’Italia. Una sola grande passione: la musica. Passione, questa, che riesce a trasfondere in quanti sono in pista mentre alla consolle emerge la sua figura quasi trasfigurata. Si comprende subito che quella di combinare i suoni e avvolgere d’essi gli astanti, perché possano vivere ore di travolgente divertimento, è la vera arte di Paolo. D’altra parte basta vederlo una volta all’opera per esserne letteralmente conquisi e ammaliati.
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Gaynews ha voluto perciò intervistarlo tanto più che sta concorrendo al Dj Contest per il prossimo World Pride di Marid.
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Paolo, sei un dj molto amato e richiesto soprattutto nelle serate gay-friendly. Qual è secondo te il motivo?
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Credo e voglio sperare d’essere amato e richiesto per la musica. Ma anche perché le persone si divertono alle serate, che animo. È un piacere vederle coivolte. È questa una cosa che mi fa molto piacere.
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Come s’è sviluppata la tua esperienza lavorativa e da quanto tempo?
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Il mio lavoro è una conseguenza dell’amore nutrito per la musica sin da piccolo. Ero molto giovane. Sono entrato in discoteca una domenica pomeriggio e si è aperto per me un mondo semplicemente fantastico. Dal 1985 ho iniziato a lavorare ufficialmente in discoteca. Non avrei però mai pensato di continuare a fare il dj per tutti questi anni. Posso dire che l’amore per la musica si è inevitabilmente tradotto nell’amore per il mio lavoro.
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Quale tipo di musica prediligi e su quale punti per soddisfare ai gusti delle persone che frequentano le serate disco?
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La musica che prediligo è principalmente l’house e, in particolare, la tribal-house. Più che soddisfare ai gusti altrui cerco di realizzare un compromesso tra la musica che mi piace e quella che penso possa piacere al pubblico. Diciamo che quando ascolto la musica nuova da acquistare, m’immedesimo nel pubblico e penso: “Questo, sì, è un pezzo che potrebbe funzionare, che potrebbe far divertire, potrebbe far ballare, potrebbe dare una bella scarica d’adrenalina alle persone in pista”. Ecco, mi sembra che questo modo d’agire abbia funzionato fino ad adesso.
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Quale serata ricordi come la più riuscita e di quale invece vorresti perdere memoria?
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Diciamo che in tanti anni di lavoro le serate riuscite sono state tantissime in tanti locali, in tante feste, in tanti eventi. Sicuramente molti ne hanno un ricordo piacevole. Sono invece molto poche quelle di cui vorrei perdere la memoria. Al riguardo devo dire che c’è una pecca di fondo ad accomunarle: la cattiva organizzazione e la cattiva pubblicizzazione da parte di gestori di locali, che arrancano nel promuovere tali serate. Quando addirittura non si sa neanche che un locale è aperto e c’è una serata, tutto è difficile. Questo è secondo il me il motivo scatenante per cui delle serate sono state dei benemeriti fiaschi. Insomma una mala organizzazione fa sì che tutto vada male e ad avvertirlo è soprattuto chi, stando dietro la consolle come me, è l’anima della serata.
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È in corso il Dj Contest per il prossimo World Pride. In che posizione sei attualmente e che cosa possono fare i lettori di Gaynews per sostenerti?
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Il Dj Contest per il World Pride sta andando molto bene. Anche se non credo di riuscire ad arrivare in finale per suonare a Madrid. Tuttavia, considerando che su 85 dj sono nella settima posizione e che sono l’unico dj italiano ad aver raggiunto una postazione così alta, si tratta certamente d’un risultato molto positivo. Tutti i like apposti significano molto affetto da parte degli amici italiani e anche molto interesse da parte di persone nonché di addetti ai lavori di altri Paesi. Per sostenermi, i lettori di Gaynews possono fare quello che fanno tutti quanti gli altri. Andare, cioè, sulla pagina di Matrix Gay Week e mettere un like sulla mia foto. Si avrà possibilità di farlo fino al 23 magg. Quindi c’è rimasto davvero pochissimo tempo. Comunque più di 700 voti non sono affatto male per un dj italiano e sono già felice di questo.
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Perché pensi che bisognerebbe votarti?
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Penso che dovrebbero vortarmi per portare al Pride la musica suonata da un dj italiano. Visto che in Italia c’è la mania esterofila di chiamare questi dj, questi special guest che vengono da altri Paesi, perché non andiamo anche noi a suonare più spesso fuori? Che manca a noi dj italiani? E allora: perché no?
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Ma Paolo Baga nella vita quotidiana chi è?
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Nella vita quotidiana sono una persona come tante, che vive, lavora, mangia, dorme, incontra gli amici. Durante tutta la settimana ho sempre a che fare con la musica perché lavoro in radio. Sono una persona normalissima e mi ritengo fortunato nel fare un lavoro che amo. Non sono niente di più o di meno di tante altre persone, che vivono degli affetti più cari: quelli della famiglia e quelli delle persone care. Ho solo in più questa enorme passione per la musica.
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Se dovessi definirti in poche parole, che cosa diresti di te?
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Sono una persona di compagnia e allegra ma esigo molto dagli altri nella stessa misura in cui dò agli altri me stesso. Sono anche strampalato e lunatico. Ma guardo sempre in avanti come tutti quelli del segno dell’Aquario. Forse però sarebbe meglio che mi descrivano gli altri. Forse sarebbe una cosa più ragionevole. O forse no?