Col Toscana Pride, che si è tenuto ad Arezzo, è iniziata la stagione delle marce dell’orgoglio Lgbti. La parata nella città del Vasari si è rivelata una manifestazione di grandissima portata, il cui merito è da ascrivere all’impegno entusiasta dell’intero coordinamento organizzatore. Gaynews ha intervistato Veronica Vasarri, presidente del comitato Toscana Pride 2017.
Felici per questo Pride regionale ad Arezzo?
Sì. Siamo molto felici, perché c’è stato tanto lavoro insieme alle 14 associazioni Lgbti del coordinamento toscano. Un insieme di idee, contenuti, corpi e orgoglio con cui abbiamo costruito i contenuti politici e gli eventi di questo grande evento. Oggi è una giornata che non vede solo noi protagonisti, ma la collettività di una regione che ha sempre dimostrato il suo volto migliore per i diritti di tutti e per tutti.
E l’amministrazione comunale?
Ci dispiace della sua assenza. Ha negato il patrocinio con spiegazioni non convincenti, più legate a interessi di parte che a una visione d’insieme della città di cui tutti i cittadini sono protagonisti. Tant’è che abbiamo il patrocinio di più di 70 comuni toscani. Ciò non solo sta a dimostrare il lavoro svolto e l’apprezzamento per quanto fatto ma è anche chiara testimonianza di come la Toscana sia una tra le regioni in Italia che ha sempre messo tra i primi posti le politiche dei diritti di tutti e di inclusività.
Il documento politico del Toscana Pride fa riferimento a molti contenuti strategici per i diritti delle persone Lgbti: tra questi il matrimonio egualitario e l’omogenitorialità. Temi, questi, al vertice dei dibattiti politici.
Per noi questi temi – al pari di altri come lavoro, autodeterminazione, prevenzione/salute, famiglia – sono importantissimi, perché s toccano la vita delle persone e dei figli. Infatti su questi temi, oggetto di dibattito, il nostro documento politico, firmato da tutte le associazioni del Comitato Toscana Pride, afferma: “Diritto all’adozione per tutte le coppie e per i/le singol*, secondo criteri omogenei; diritto al riconoscimento dei figl* alla nascita da parte di entramb* i/le partner della coppia; diritto all’accesso per tutte le coppie e per le donne singole alla procreazione medicalmente assistita in Italia”.