63 anni fa moriva suicida Alan Turing, il genio omosessuale fondatore dell’informatica e protagonista della sconfitta del nazifascismo. Lo ricordiamo con le commosse parole di Marco Tonti, presidente e fondatore di Arcigay Alan Turing Rimini.
Caro Alan,
oggi sono 63 anni da quando hai deciso di toglierti la vita avvelenandoti con una mela intrisa nel cianuro.
Oggi piangiamo la tua morte come quella di un genio e di un eroe. Il tuo genio ha creato concetti rivoluzionari che hanno dato anima a quelle che una volta erano solo grosse calcolatrici. Il tuo eroismo ha permesso la sconfitta del nazifascismo e la fine della seconda guerra mondiale. Il tuo coraggio ti ha portato a dichiarati omosessuale in un’Inghilterra in cui l’omosessualità era un reato. Ti sei così condannato a essere bersaglio delle persecuzioni dovute all’omofobia di stato.
A volte però gli eroi come te – di quelli che veramente salvano l’umanità con i superpoteri della mente – non riescono a salvare se stessi anche se sono dalla parte della ragione. Questo rende ancora più struggente l’averti perso.
Ma credo che ti farei un torto se oggi pensassimo solo a te. È facile piangere la morte tragica di un genio, di un eroe, di un esempio maestoso. Proprio oggi invece va ricordata la morte anche di quei tanti omosessuali comuni e anonimi che sono stati perseguitati, uccisi o spinti al suicidio.
Grazie al tuo sacrificio e alla tua grandezza anche loro oggi riconquistano la dignità che gli è stata negata in vita. Questo, se è possibile, ti rende ancora più grande.
Ti abbraccio con infinita stima e gratitudine