Le polemiche seguite agli appelli alla sobrietà nel corso del Basilicata Pride hanno avuto un effetto catalizzatore su molta parte della collettività Lgbti e non, che ha reagito con decisione al mai sopito clima moralistico, sessuofobico e codino del Belpaese. Più che mai azzeccata, dunque, la scelta attuata dai coordinamenti di Torino, Napoli e Roma Pride di rifocalizzare l’attenzione sul corpo e sulle istanze a quello connesse quale nucleo tematico delle prossime parate.
Al Pride romano del 10 giugno parteciperanno con un loro carro anche i collettivi e spazi sociali della Capitale, che hanno scelto come slogan dell’anno Sconfiniamo. Frocie femministe senza decoro. Diverse ed eterogenee le anime organizzatrici, che abbracciano l’universo dell’occupazione e autogestione, del femminismo, del transfemminismo nonché quello queer al fine di porre l’attenzione sulle varie forme d’oppressione. Oppressioni, la cui origine è ricondotta dai collettivi e spazi sociali alle attuali norme socio-culturali, economiche e politiche.
Tra essi bisogna ricordare Degender Communia, Astra, ESC Infosex, Lab Puzzle, La Torre, Lucha Y Siesta, Strike, che da alcuni anni si sono messi in rete con Decide Roma per difendere i propri spazi, messi da anni sotto attacco, e per disegnare in un cammino congiunto nuove proposte per Roma. Ulteriore percorso comune di lotta è quello femminista, caratterizzato dalla partecipazione attiva in Non Una Di Meno con le grandi manifestazioni del 26 novembre 2016, lo sciopero globale delle donne dell’8 marzo 2017 e la scrittura del Piano nazionale antiviolenza dal basso.
In vista della parata i collettivi e spazi sociali hanno diramato il documento politico Pride 2017 – Sconfiniamo. Frocie femministe senza decoro, di cui ecco il testo integrale:
Il 10 giugno una marea orgogliosa tornerà a invadere le strade di Roma. Come ogni anno centinaia di migliaia di persone scenderanno in piazza portando la loro favolosità e per ricordare che dal 1969, con la rivolta di Stonewall, trans, gay, lesbiche e queer hanno deciso di non abbassare più la testa.
Sarà una parata di “Corpi senza confini”: “nella loro molteplicità e diversità, i nostri corpi superano i confini imposti dal binarismo di genere, da modelli e ruoli stereotipati di femminilità e di mascolinità, dalle identità nazionali, dal perbenismo, dalle norme e dalle classi sociali”.
Siamo collettivi LGBTQI e femministi e spazi sociali di Roma e anche quest’anno parteciperemo con i nostri corpi, i nostri desideri e la nostra favolosità. Siamo consapevoli delle criticità che manifestazioni come i Pride portano necessariamente con sé, soprattutto rispetto alla ricerca di “benedizioni” istituzionali e di sponsorizzazioni private. Ma non possiamo non notare gli avanzamenti che il Roma Pride sta facendo sul piano dell’inclusione di altri movimenti. Anche grazie al nostro contributo, da anni il Roma Pride ha fatto proprie lotte a noi più vicine denunciando la violenza sulle persone e sugli spazi sociali “non conformi”. Passi in avanti segnati anche da slogan come quello dell’anno scorso, “Chi non si accontenta lotta”, e quello di quest’anno, “Corpi senza confini”.
Rilanciando su questo slogan, abbiamo chiamato il nostro carro “Sconfiniamo. Frocie Femministe Senza Decoro” perché vogliamo andare oltre qualsiasi confine che ci viene imposto. Con la nostra partecipazione vogliamo richiamare l’attenzione sulle forme di oppressione che il sistema delle frontiere, della sicurezza e del decoro generano sulle nostre vite.
Sconfiniamo, innanzitutto, superando le frontiere geografiche e i muri che dividono le persone. Siamo indecoros* e rifiutiamo i confini imposti dai decreti legge Minniti-Orlando che, dietro una demagogica definizione di “decoro”, generano nuove forme di eslcusione spingendo ancor più ai margini soggetti e soggettività già deboli.
Rifiutiamo le politiche di decoro urbano che marginalizzano, braccano, sgomberano ed espellono i/le migranti e chiunque fuoriesca dai confini di accettabilità che queste leggi impogono. Rifiutiamo le politiche securitarie perché le strade sicure non le fanno le telecamere e le operazioni militari, ma le frocie che le attraversano. Rifiutiamo le politiche anti-degrado che favoriscono solo gli interessi di costruttori e rivendichiamo le nostre esperienze di occupazione, autogestione e restituzione alla città degli spazi abbandonati o aggrediti dalla speculazione.
Siamo frocie femministe e sconfiniamo oltre i confini del binarismo di genere e delle norme sociali che ci dicono come dobbiamo essere femmine e maschi.
Sconfiniamo dall’eteronormatività che confina gli uomini e le donne in ruoli di genere e modelli relazionali tradizionali, rivendicando nuove forme di affettività e di famiglia.
Sconfiniamo dall’omonormatività che impone dei modelli preconfezionati LGBT che, inseguendo l’accettazione dalla cultura dominante, riproducono valori e comportamenti omo-lesbo-transfobici e misogini che danneggiano e marginalizzano molte persone all’interno della stessa comunità LGBTQI.
Sconfiniamo dalle rivendicazioni esclusivamente LGBTQI e ci uniamo alle lotte femministe che da quest’autunno, con il movimento “Non Una Di Meno”, hanno riempito le piazze per dire basta a tutte le forme di violenza maschile sulle donne. Sconfiniamo dai rapporti di potere generati dal patriarcato che producono la violenza sulle persone trans, lesbiche e lesbiche e su tutti quei corpi che eccedono la norma e i ruoli di genere imposta.
Siamo indecoros*, siamo antifascist*, siamo autodeterminat*.
Siamo liber* di essere ciò che desideriamo.