Grande partecipazione al Piemonte Pride, partito da piazza Carlo Felice a Torino al suono della banda della Polizia municipale. Ad aprire la marcia dell’orgoglio Lgbti lo striscione col claim A corpo libero retto dalle autorità, tra cui l’assessore alle Pari Opportunità Marco Giusta in fascia tricolore (la sindaca Chiara Appendino stava partecipando alla cremazione di Erika Pioletti, la 38enne deceduta l’altroieri dopo essere stata schiacciata dalla folla il 3 giugno scorso), il presidente del consiglio comunale Fabio Versaci, il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, l’assessora alle Pari opportunità della Regione Piemonte Monica Cerutti e gli europarlamentari Magda Zanoni e Daniele Viotti.
Tra i manifestanti anche il 74enne Gianni Reinetti, che nel 2016 aveva costituito con Franco Perrello (scomparso a 83 anni nel gennaio scorso) la prima unione civile nel capoluogo sabaudo. «Per me è la prima volta, è una grande emozione e un grande orgoglio essere qui con la convinzione che altri passi devono essere fatti per rendere la legge sulle unioni civili più completa – ha detto Reinetti – È naturale che ci sia un fondo di tristezza perché Franco mi manca tanto. È stata la persona più importante della mia vita. Ma penso che lui sia vicino a me».
Momento d’intensa commozione quello vissuto in Piazza San Carlo, dove il 3 giugno era stata ferita a seguito della ressa Erika Pioletti, deceduta al Giovanni Bosco nella serata di giovedì. Adesso sei un angelo in cielo Erika. La folla del paradiso non ti farà paura…un grande abbraccio. Questo il biglietto firmato dal gruppo dei City Angels e lasciato sul luogo della tragedia con un mazzo di rose rosse e arancioni. La banda municipale al suo ingresso nella piazza ha smesso di suonare e il silenzio è calato tra i partecipanti, rotto solo da un applauso spontaneo scattato quando il carro del Piemonte Pride ha ivi sostato per qualche minuto.
Alessandro Battaglia, responsabile del Coordinamento Torino Pride, ha dichiarato: «Siamo abituati a vivere le piazze da anni: la nostra è la manifestazione più pacifica e anche la più allegra che c’è non solo in Italia. Il nostro è un messaggio di solidarietà e di coesione. Vogliamo ricordare tutte le tragedie, non solo quella di piazza San Carlo, ma anche per quel che riguarda i diritti, gli omossesuali gettati dalle finestre o lapidati in altre parti del mondo».
Anche per Massimo Florio, componente del coordinamento, attivista e presidente del locale circolo 011, «ancora una volta da Torino è partito un messaggio di altissima solidarietà e condivisione d’intenti. Non ci lasciamo scoraggiare dalle tragedie ma andiamo avanti nella convinzione che con l’amore si può vincere tutto e costruire in esso un mondo migliore. Siamo oggi in migliaia a sfilare anche per riaffermare che continua la nostra battaglia per la piena parità dei diritti, per la tutela del principio dell’autodeterminazione e per la riappropriazione dei nostri corpi, messa nuovamente in discussione dal vigente clima di moralismo sessuofobico».
Significativa la presenza di alcuni promotori del Roma Pride, tra cui il portavoce Sebastiano Secci, il presidente del Circolo Mario Mieli Mario Colamarino e Tiziano De Masi. «I due Pride – ha spiegato Secci – sono legati, in particolar modo quest’anno, da un forte legame politico culturale ed umano. Roma sabato scorso ed oggi Torino, al grido di Corpi senza confini e A corpo libero, hanno mostrato con queste incredibili e, fatemi dire, poco sobrie parate, il volto più libero della nostra meravigliosa diversità».