Si terrà domani presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati l’incontro Migranti Lgbti. Organizzato dal nostro quotidiano in collaborazione con Arcigay, l’evento vuole fare il punto sulla situazione di quanti hanno ottenuto lo status di rifugiato da quei Paesi, in cui vige la penalizzazione dell’omosessualità, a 10 anni dall’approvazione del decreto legislativo sulla protezione internazionale. A intervenire saranno soprattutto quanti si sono direttamente occupati negli anni di migranti Lgbti e i protagonisti, che hanno ottenuto o che stanno chiedendo la protezione internazionale.
Gaynews pubblica in anteprima parte della relazione di Luca Trentini, responsabile Immigrazione del direttivo di Arcigay Orlando Brescia.
La mia testimonianza viene da un territorio, quello di Brescia, particolarmente investito dalla questione migratoria e da un comitato territoriale, Orlando Arcigay Brescia, che in questi anni ha profuso un grande sforzo per far fronte alle numerose richieste di aiuto provenienti da giovani immigrati richiedenti asilo.
Da ormai sei anni la nostra associazione ha attivato uno sportello migranti dedicato alla consulenza, all’affiancamento e alla socializzazione dei richiedenti asilo per omosessualità. Negli anni passati il fenomeno era ancora minoritario, ma ha subito una vera e propria esplosione nel corso dell’anno sociale 2016 – 2017.
In passato avevamo assistito tre ragazzi cubani, un ragazzo afgano e un ragazzo pakistano. Nel 2015 era stata la volta di due giovani senegalesi e di un cubano. Tutte queste richieste avevano avuto buon esito. Al contrario, nel corso dell’anno associativo 2016/2017 ci siamo trovati a gestire un flusso estremamente consistente di richieste a seguito dei numerosi sbarchi provenienti dalla Libia e dalla conseguente redistribuzione di profughi su tutto il territorio nazionale. Ad oggi tra pratiche concluse ed altre tuttora in corso abbiamo assistito e stiamo seguendo 29 ragazzi, di cui 27 provenienti da tutta la fascia centrafricana (Nigeria, Niger, Senegal, Mali, Gambia), 1 dal Bangladesh e 1 dall’India.
Allo stesso tempo in questa fase si è assistito ad un notevole irrigidimento da parte della commissione territoriale per i richiedenti asilo che ha competenza sulle provincie di Brescia, Cremona, Bergamo e Mantova. Secondo l’osservatorio permanente sui rifugiati la percentuale dei rigetti è superiore al 70% delle richieste, con un picco imbarazzante di respingimenti che è salito al 97% delle richieste nel trimestre dicembre-febbraio.
In tale contesto anche i rifugiati che si sono rivolti a noi hanno dovuto affrontare notevoli difficoltà nella gestione delle loro pratiche, tanto che è ormai diventata una prassi il respingimento della domanda da parte della commissione e l’accoglimento della stessa in sede di ricorso. Su 29 casi che abbiamo gestito solo 3 hanno avuto l’accoglimento dell’istanza in sede di commissione territoriale.
Mi rendo conto che l’aumento esponenziale di richieste di asilo nel nostro paese abbia generato la necessità di sveltire le pratiche e di snellire l’arretrato. Tuttavia reputo che sia assolutamente necessario agire sulla formazione delle forze di polizia e sui funzionari addetti alla gestione delle pratiche d’asilo che si dimostrano molto spesso del tutto inadeguati nella trattazione della specifica LGBT dei richiedenti protezione.