38° edizione del Berliner Christopher Street Day. È con tale nome, volto a richiamare la strada newyorkese in cui ebbero inizio i moti di Stonewall, che la capitale tedesca celebra dal 1979 il proprio Pride. Pride che, quest’anno, ha assunto un significato tutto particolare.
Le decine di migliaia di partecipanti hanno marciato non solo per ribadire il proprio no a ogni rigurgito di destra secondo lo slogan Mehr von Uns. Jede Stimme gegen Rechts. Ma hanno voluto anche festeggiare la recente approvazione da parte del Bunstedag della legge sul matrimonio egualitario, promulgata venerdì 21 luglio dal presidente federale Frank-Walter Steinmeier. Tra i tanti carri presenti un unicum assoluto: quello della Chiesa evangelica di Berlino, Brandeburgo, Slesia e Alta Lusazia che, per la prima volta, ha preso parte alla parata. Quella berlinese è una delle 20 comunità regionali dell’ Evangelische Kirche in Deutschland: si tratta della massima federazione di comunità riformate del Paese e ne è componente anche la cancelliera federale Angela Merkel.
Nonostante la pioggia battente la marcia dell’orgoglio Lgbti è partita intorno alle 12.30 da Charlottenburg e si è snodata lungo Wittenbergplatz, Nollendorfplatz, Lützowplatz e la Siegessäule per terminare alle nei pressi della porta di Brandeburgo. Qui si è tenuta l’adunata finale che ha dato il via anche agli eventi lungo la Straße des 17. Juni: un vero e proprio Pride Village che, per l’estensione di un chilometro, si è caratterizzato fino alla mezzanotte per una serie di eventi politici, culturali e musicali. Tra le esibizioni anche quelle di Maite Kelly, Conchita Wurst e Tyna.