128 pagine. Quattro capitoli. Prefazione del card. Severino Poletto, arcivescovo di Torino all’epoca della pubblicazione. Questo in sintesi il libretto Ti amo. La sessualità raccontata agli adolescenti di Paolo Gariglio, scrittore e storico parroco della SS. Trinità a Nichelino. Un grande centro, cioè, della prima cintura torinese, dove il don (classe 1930 e in pensione dal 2005) è stato per tre decenni a stretto contatto con le famiglie operaie.
Ma di questo suo essere sacerdote di frontiera poco o nulla traspare dall’opuscolo citato, che sembra piuttosto risentire della teologia morale studiata da Gariglio nei seminari di Torino e Pisa negli anni ’50 del secolo scorso. Anche se l’introduzione sembra promettere bene (Caro ragazzo e ragazza carissima, queste pagine nascondono in sé un desiderio affettuoso, quello di aiutarti a scoprire il significato stupendo della sessualità umana e di convincerti a non sciupare il dono più grande che la vita ti ha offerto: la sessualità e, di conseguenza, la capacità di amare), l’incanto dura poco.
Già a pag. 14 si legge: «Lo scorretto rapporto tra uomo e donna che, in nome di una tendenziosa emancipazione femminile, scatena da un lato una pericolosa rivalità dei sessi e dall’altra l’assurda determinazione a cancellarne le differenze». Ma è sull’omosessualità che Gariglio dà il meglio di sé, definendola come «fenomeno fuorviante» (pag. 115), «tendenza a trovare la gioia sessuale con persone dello stesso sesso. Non è un orgoglio l’essere gay, ma una sindrome che va pazientemente curata, decisamente combattuta, possibilmente guarita» (pag. 121) o ancora «una fatica, un disagio e spesso un semplice vizio. Come qualsiasi carenza o malattia o difetto va sostenuta, curata, guarita» (p. 124).
Un libretto destinato a finire nel dimenticatoio se non fosse stato ripescato a dieci anni di distanza e distribuito ai circa cento adolescenti che stanno frequentando l’oratorio estivo della parrocchia della Trinità di Nichelino.
Immediata la reazione di Alessandro Battaglia, responsabile del Coordinamento Torino Pride, che ha dichiarato: «I libri che a noi piace leggere sono indiscutibilmente altri ma quello che più ci ha lasciati attoniti dalla lettura del libercolo in oggetto non sono tanto i contenuti, ai quali siamo abituati da molto tempo, quanto i destinatari e le destinatarie. Le parrocchie della città di Nichelino hanno pensato di fare un favore agli adolescenti dei loro campi estivi con il chiaro intento di aiutarli nella loro crescita consapevole, guidandoli con menzogne e affermazioni anti scientifiche scritte da un anziano uomo di fede che forse nello scrivere non ha immaginato il male che avrebbe provocato a ragazzi e ragazze in una fase della vita così delicata. Il germe della discriminazione e del non amore purtroppo nasce sempre dalla non conoscenza che nel caso specifico tende a fare solo del male gratuito.
Immaginiamo che ci fossero dei fondi di magazzino del suddetto libercolo che crediamo avrebbero avuto maggiore utilità nell’evitare il traballamento di tavoli e sedie usurati presso le parrocchie di Nichelino e dei comuni limitrofi
Chiediamo ufficialmente alla Città di Nichelino – da sempre Nichelino ai temi Lgbt e presente ai pride con il proprio gonfalone – di prendere posizione. Chiediamo, altresì, di poter affrontare i temi della crescita e dello sviluppo degli e delle adolescenti insieme e in modo serio, confrontandoci si ciò che ci divide ma senza raccontare menzogne e senza spargere il seme dell’odio».
In difesa invece di Gariglio è sceso oggo il sito Nichelino online che scrive: « E allora che cosa vogliamo fare? Sequestrare tutte le copie in circolazione? Bruciarle? Vietarne la lettura ai minori? Spedire l’autore in un campo di rieducazione? In un mondo in cui in tema di sesso ognuno scrive quello gli pare vorrete mica impedire a un prete di periferia di dire la sua?».