Sollevato da Gaynews, il caso di Gennaro Casalino e compagno, respinti dalla Casa Vacanza Ciufo in Ricadi (VV) perché gay, è divenuto di rilevanza nazionale. L’operato omofobo di Filippo Mondella, proprietario della struttura, è stato condannato non solo dalla collettività Lgbti ma anche da personalità del mondo politico. Non meraviglia perciò la rimozione dal database di Booking.com dell’annuncio pubblicitario della casa-vacanze, che non accoglie “gay e animali”. Come non meraviglia che sia stato cancellato il profilo fb di Mondella, l’ammiratore di Trump e Putin, che sui social invitava a fucilare le persone omosessuali.
Da più parti sono state avanzate richieste d’incriminazione del sistemista calabrese per il diniego omofobo alla coppia napoletana. Per saperne di più, Gaynews ha intervistato l’avvocato Angelo Schillaci, ricercatore di diritto pubblico comparato presso l’università La Sapienza di Roma.
Avvocato, secondo lei Filippo Mondella ha commesso un illecito?
Non è facile inquadrare giuridicamente la fattispecie. Da un lato il quadro costituzionale è chiaro nel prevedere, all’art. 41, che l’iniziativa economica privata non possa svolgersi in modo da recare danno, tra l’altro, alla dignità umana. Tra le disposizioni che danno attuazione a questo precetto ricordo, ad esempio, l’art. 187 del Regolamento attuativo del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che impedisce il rifiuto di prestazioni agli esercenti un servizio, salvo che sussista un “legittimo motivo”. D’altro canto uno specifico vuoto legislativo solleva non pochi problemi.
Si riferisce alla mancanza di norme di contrasto all’omotransfobia?
Certo. L’assenza di una legge contro le discriminazioni omofobiche rende davvero molto difficile reperire adeguati strumenti di tutela di fronte a questo tipo di atteggiamenti.
Che cosa pensa della motivazione d’ordine religioso addotta da Mondella in difesa del proprio operato?
Tale argomento chiama in causa il bilanciamento tra le convinzioni personali o religiose – invocate dagli esercenti a sostegno della propria condotta – e la dignità del cliente. Al riguardo c’è però da chiedersi, prima di tutto, se un tale bilanciamento sia in sè opportuno e costituzionalmente ammissibile. Va ricordato, infatti, che la condizione omosessuale attiene alla vita e alla dignità sociale di una persona o di una coppia. Non è perciò ascrivibile al “regno” delle opinioni: si finirebbe conseguentemente per bilanciare tra grandezze disomogenee.
In sintesi, Mondella potrà essere sanzionato oppure no?
Bisogna partire da un dato di fondo: le parole rivolte alla coppia napoletana. Esse restano una grave umiliazione che, non trovando giustificazione nella libertà di iniziativa economica o nelle convinzioni religiose, potrebbe e dovrebbe essere fatta valere quantomeno in sede civile.