In seguito all’omicidio di Vincenzo Ruggiero, il 25enne di Parete assassinato brutalmente da Ciro Guarente, si sta vivacemente discutendo sul modo in cui i giornalisti, anche di testate nazionali, hanno raccontato il fatto di sangue, presentandolo con titoli quali “gay ucciso” o “delitto gay”, come se esistesse una tipologia specifica di “crimine gay” e, dunque, alimentando un clima di stigma intorno alle persone Lgbti.
In merito a tale querelle Franco Grillini, direttore di Gaynews, e l’intera redazione hanno scritto una lettera aperta ad Alessandro Barbano, direttore de Il Mattino, testata che nei giorni scorsi ha fatto ampio uso di titoli simili a quelli indicati. La risposta di Barbano, pur riconoscendo la validità delle osservazioni avanzate, restituisce al mittente l’accusa di alimentare inutili stereotipi, sostenendo che i titoli “morbosi” sono la ricaduta dell’eccessiva visibilità delle persone Lgbti che, nel rivendicare dignità e diritti, manifesterebbero in maniera “trasgressiva”.
Abbiamo perciò deciso di chiedere a Paolo Colombo de La7, primo giornalista sportivo a fare coming out nel 2008 un parere personale sull’intera vicenda.
Paolo, cosa ne pensi di certi titoli a effetto con i quali alcune testate nazionali, come Il Mattino, hanno raccontato in questi giorni l’omicidio di Vincenzo Ruggiero?
Certi titoli, come quelli apparsi per l’omicidio del povero Vincenzo, sono roba da anni ‘50. Se fossi il direttore di un giornale li vieterei nella maniera più assoluta. Forse ai lettori piacciono certe pruderie. Però la colpa principale è di chi fa quei titoli vergognosi e ignobili, non dei lettori. C’è una parte di stampa più “omofoba” – mi si consenta questo aggettivo – che penso goda a preparare certi titoli e certi articoli. Si tratta spesso di quotidiani di nicchia, più schierati, la cui carta non userei neppure come fondo per la gabbia dei canarini.
A tal proposito, oggi sulla prima pagina de Il Mattino è stata pubblicata la nostra lettera aperta al direttore Barbano, in cui Franco Grillini e l’intera redazione mettono in risalto la scorrettezza di alcuni titoli. La risposta di Barbano lascia non poco perplessi. Prende atto delle posizioni di Grillini ma sostiene che gli stereotipi sui gay siano alimentati dalla stessa comunità Lgbti. Barbano afferma che, a suo parere, per avere meno titoli che parlino di “delitti gay” bisognerebbe avere meno “fortini gay”, cioè meno Gay Pride e meno “esuberanze”. Cosa ne pensi?
I titoli scandalistici li fa chi lavora al giornale, non certo la comunità Lgbti. Trovo raccapricciante come alcuni giornalisti trattino l’argomento Lgbti, a partire dall’omicidio di Vincenzo sino ad arrivare ai reportage sui Pride. Fa “vendere” di più una foto che suscita attenzioni morbose o una che mostra la quotidianità delle persone Lgbti? Perché in alcuni tg mostrano sempre il lato più hot del Pride anziché le migliaia di persone che sfilano in jeans e tshirt? Bisognerebbe proprio chiederlo a quei giornalisti. Di contro, se provate a chiedere ai giornalisti la differenza tra coming out e outing, il 90% non saprà rispondervi. Mi è capitato spesso di correggere colleghi e spiegare loro la differenza tra le due parole.
Sempre il direttore de Il Mattino nella sua risposta invita la comunità Lgbti a reintrodurre “nella dimensione e nella vita quotidiana valori come l’intimità e il pudore”. Cosa ne pensi?
Sono inorridito nel leggere frasi del genere.. Ma dove siamo finiti nel Medioevo, ai tempi della Santa Inquisizione? O nella solita e povera Italietta del “Si fa ma non si dice”? Trovo che certe persone non si rendano minimamente conto che siamo nel terzo millennio, più precisamente nel 2017. Una persona non deve essere giudicata da chi ama, sia esso uomo o donna, va giudicata per quello che fa nella vita di tutti i giorni, sul lavoro ad esempio. Se uno è un bravo giornalista ed è gay, dove sta il problema ? Se un calciatore è gay, devo giudicarlo solo ed esclusivamente per il suo rendimento in campo. Non di certo per chi ama. Attenzione, come vedi uso sempre il verbo amare e non uso mai l’espressione “con chi va a letto”. I gay sono capaci di amare, come qualsiasi altro essere umano. Usiamo la parola amore quando parliamo di relazioni. Perchè bisogna sempre cercare il lato torbido nei rapporti gay?
Vorrei inoltre chiedere al direttore Barbano se si è mai chiesto se ha qualche giornalista e/o collaboratore gay. Pensa che a scrivere certe affermazioni magari si può ferire uno dei suoi colleghi? Sono sempre più convinto che ci vogliano non uno ma cento coming out di personaggi famosi in Italia, per fare capire a tutti che si può essere grandissimi calciatori, grandissimi attori, cantanti, presentatori, atleti, campioni e amare una persona dello stesso sesso! Ciò aiuterebbe moltissimo gli adolescenti non accettati dalle proprie famiglie. Infine, una provocazione: cosa farebbe il direttore de Il Mattino se un calciatore del Napoli facesse coming out? Sono curiosissimo di sapere quale titolo si inventerebbe in tale occasione!