Mirco Nese è un giovane cantautore salernitano ed è stato un protagonista inatteso del Napoli Pride 2017. Infatti Mirco ha scritto e cantato per quell’occasione Fateli amare, un brano arrangiato dai compositori Dual Sound (Gianluca, Angelantonio, Alma) che ricorda la condizione delle persone omosessuali in Cecenia. Il brano di Mirco ha riscosso un grande successo ed è disponibile in tutti gli store online già dal mese di luglio. Da pochi giorni, è possibile vedere anche il video.
Incontriamo Mirco Nese per sapere qualcosa in più sul suo brano.
Mirco, qual è stata la tua prima reazione quando hai appreso della persecuzione delle persone omosessuali in Cecenia?
Mentre leggevo quelle notizie, ricordo che mi ripetevo in continuazione: Non è possibile.
Pensi che canzoni come la tua possano aiutare a sensibilizzare anche i più giovani, e non solo quelli Lgbti, sul problema dell’omofobia?
Questa canzone riguarda il carcere di prigionia per gay situato ad Argun in Cecenia, ma è rivolto a tutte e tutti: i diritti umani sono diritti umani ancor prima che diritti dei gay, ogni essere vivente è sacro e non dovrebbe essere leso. Poi questa canzone più che sensibilizzare, vuole spingere chi crede nell’umanità ad imporsi perché la verità è che bisogna imporsi, prima che come gay, come esseri umani che esigono uguaglianza e parità di diritti per tutte e tutti.
Che reazioni stai raccogliendo da chi ascolta il tuo brano o vede il video di Fateli Amare?
La verità è che molti ragazzi, soprattutto quelli gay, mi hanno sconsigliato di scegliere un argomento del genere perché sarei stato “ghettizzato” o visto come un opportunista. Io, invece, ho fatto quello che mi sentivo di fare e devo dire che in molti mi fanno complimenti per il testo e per la vocalità, alcuni anche per l’aspetto ma questo poco mi importa. La cosa che mi ha colpito però è che I complimenti me li fanno in privato e non pubblicamente, come se si vergognassero.
Comunque questa canzone l’ho sentita e l’ho scritta come dedica a chi purtroppo vive il terrore delle persecuzioni e vive sulla propria pelle l’ignoranza di chi discrimina e condanna. Con Fateli Amare mi interessa urlare il mio sdegno perché di fronte a queste tragedie mi viene da pensare che non siamo tanto lontani dall’epoca di Hitler. Infine, ho notato che quando si parla di diritti gay in Italia è come quando si parla di politica: a chiacchiere tutti vogliono che le cose cambino, ma nei fatti pochi agiscono sul serio.
Hai partecipato al Pride di Napoli: cosa ti piace del Pride e perché, secondo te, è importante parteciparvi?
Del Pride mi piacciono molte cose. La partecipazione è certamente importantissima e io vorrei che tutti scendessero in strada durante il Pride, anche gli eterosessuali.. Poliziotti in divisa, politici, calciatori, preti e non tanto per dimostrare che esistono anche poliziotti gay, politici gay, calciatori gay e preti gay – questa cosa già la sappiamo – ma per dimostrare in mondo più consapevole e più libero l’importanza di rivendicare diritti, perché non rivendicare i diritti delle persone Lgbti, anche se sei eterosessuale, significa non riconoscere i diritti di un cugino, di un amico, di un figlio o di un nipote futuro. Significa non riconoscere i diritti di un altro essere umano.
Ti è mai capitato di essere presente (o di essere vittima) di un gesto o un’offesa omofobica?
No, non mi è mai accaduto di assistere a un gesto di omofobia. Però avendo lavorato nei bar ho sentito spesso giudizi sgradevoli su ragazzi più effeminati o gay da parte di ragazzi che si sentivano più fieri e più “maschi” e poi mi accorgevo che erano incapaci di reggere una discussione con la loro compagna. Mentre mi è altresì successo di parlare con ragazzi eterosessuali molto gay-friendly, che appoggiavano la rivendicazione di diritti da parte delle persone Lgbti, e la loro umanità e la loro intelligenza mi è sempre sembrata molto più “forte”, più “maschia”.