La collettività Lgbti è stata interessata nella scorsa settimana da una forte polemica a seguito d’un articolo che, recante il titolo I am a woman. You are a Trans Woman. And that distinction matters (Io sono una donna. Tu sei una donna transessuale. E questa differenza conta), è stato postato sulla pagina Fb di ArciLesbica nazionale. Si sono susseguite forti reazioni non solo da parte di persone transgender ma anche di moltissime donne e, in particolare, della maggior parte dei comitati locali di ArciLesbica (10 su 16) che hanno lanciato la campagna #unaltrArciLesbica «per prendere le distanze dalle modalità comunicative e dalle scelte unilaterali operate dall’attuale segreteria nazionale».
Gaynews ha seguito la vicenda con articoli e interviste, una delle quali, rilasciata da Porpora Marcasciano, presidente onoraria del Mit e figura di spicco del movimento rainbow italiano, ha visto muovere qualche critica anche a una femminista quale Marina Terragni. Sollecitati dalla stessa giornalista a poter replicare, pubblichiamo il testo pervenuto alla nostra redazione mantenendo dettato e punteggiatura originari.
Caro Direttore Grillini,
vorrai certamente consentire una breve replica alle affermazioni sconcertanti e offensive contenute nell’intervista a Porpora Marcasciano, in particolare là dove si parla della mia persona.
“E lei (cioè io)” dice Marcasciano “come quelle che attaccano trans, gpa, prostituzione sono le degne rappresentanti di quel patriarcato. Usano la stessa logica, gli stessi metodi, le stesse parole”.
Quando si cancella o si misconosce la storia e la vita di una persona, come fa Marcasciano, si esercita un intollerabile sopruso.
Non solo non ho mai “attaccato trans” – vera e propria calunnia – ma ho partecipato attivamente alle lotte del Mit insieme alla fondatrice Pina Bonanno e a tutte le altre/i, fino all’approvazione della legge 164/82, quando l’esistenza del fenomeno trans era noto solo ai clienti di prostituzione.
Senza il femminismo e senza la vicinanza delle donne fin dalla notte dei tempi, verosimilmente le persone transgender sarebbero ancora inchiodate a un destino di emarginazione e persecuzione.
Più in generale: in quale mondo alla rovescia, mi domando, chi resiste allo sfruttamento delle donne nella prostituzione -oggi quasi solo vittime di tratta dai paesi poveri- e all’orribile mercato della surrogacy rappresenterebbe il patriarcato?
Sono invece d’accordo con Marcasciano quando afferma: “Abbiamo smesso di confrontarci, dibattere, affrontare le contraddizioni…Guardare le nostre contraddizioni, approfondirle per crescere”.
Mentre il femminismo continua a produrre pensiero –opinabile, discutibile, ma pensiero- grande parte del movimento Lgbt sembra oggi inchiodato a una logica dirittistica esasperata, oltre che a un’ossessione classificatoria, tassonomica e diagnostica, intenta a produrre sempre nuove e minuziose identità sessuali, inversamente proporzionali alla libertà.
Una carenza di autoriflessione che produce fenomeni mostruosi come, in queste ore, il violento attacco misogino ad ArciLesbica –una violenza maschile davvero inaudita- su cui varrebbe la pena che Gaynews esercitasse la sua critica ed eventualmente esprimesse il suo disappunto e la sua condanna.
Cordiali saluti
Marina Terragni