Nel decennale di fondazione il Padova Pride Village ha vissuto ieri sera un momento di particolare importanza e commozione.
A intervenire, nell’ambito d’una conversazione con Alessandro Zan, deputato dem nonché ideatore del festival, e Claudio Malfitano, giornalista de Il Mattino di Padova, il direttore di Gaynews Franco Grillini, che ha ripercorso la storia del movimento Lgbti italiano alla luce della propria esperienza attivistica e politica. Esperienza ultratrentennale che è stata soprattutto caratterizzata dall’ideazione di Arcigay Nazionale – di cui è stato presidente dal 1987 al 1998, conservandone successivamente l’incarico onorario –, dalla collaborazione alla nascita della Lila (Lega italiana per la lotta contro l’Aids) e dall’impegno come parlamentare perché fosse iscritta all’ordine del giorno della Camera (in Commissione Giustizia) l’allora proposta di legge sui Pacs.
Abituato a ogni sorta di sorprese, Franco Grillini non si sarebbe però mai aspettato di ricevere al termine dei suoi interventi il Premio per la persona Lgbt dell’anno e di esserne il primo destinatario in assoluto. Il riconoscimento è stato infatti istituito quest’estate nel decimo anniversario del Padova Pride Village e continuerà negli anni seguenti.
Alla presenza di Daniel N. Casagrande, ideatore e organizzatore del Queer Lion Award, Mattia Galdiolo, presidente del circolo Arcigay Tralatro di Padova, Zeno Menegazzi e Michele Breveglieri del circolo Arcigay Pianeta Urano di Verona, l’onorevole Zan ha letto le motivazioni dell’assegnazione del premio: «Se oggi anche io posso essere quello che sono il merito va a Franco Grillini e alle sue mille battaglie. È la frase detta dal giovane presidente di Arcigay Vicenza Thomas Tedesco.
Una frase che tutti possiamo sottoscrivere e che è stata confermata da tutto il movimento Lgbt, anche con la presidenza onoraria di Arcigay attribuita a Franco ancora diversi anni fa. E tutto il movimento è stato e vuole essere accanto a Franco nella sua lotta contro una malattia che nell’ultimo anno lo ha indebolito e gli ha tolto un po’ di agibilità, ma non la voglia di lottare e di sorridere.
Siamo accanto a Franco come lui era a fianco a tutti noi nel 1982 quando ci fu l’occupazione del Cassero a Bologna, nel 1985 con la fondazione dell’Arcigay e nel 1987 quando creò la Lega italiana per la lotta all’Aids, nel 1997 con l’idea della Linfa (Lega italiana nuove famiglie) per mettere all’attenzione del parlamento una legge sulle unioni civili.
Nell’ultimo anno la battaglia di Franco si è fatto più personale e forse più difficile. Il suo sorriso, la sua determinazione, la sua lotta sono un esempio per tutti noi. Ma soprattutto per quei (purtroppo ancora troppi) giovani che sentono addosso la fatica di accettarsi, di dichiararsi e di lottare contro i pregiudizi.
Per queste motivazioni il Padova Pride Village, nel corso della sua decima edizione, ha deciso di nominare Franco Grillini persona Lgbt dell’anno».
Visibilmente commosso, il direttore di Gaynews ha ringraziato per l’inaspettata premiazione dichiarando: «Questo riconoscimento del Padova Pride Village mi rende particolarmente orgoglioso e soprattutto mi fa dire che questi 30/40 anni di militanza sono stati utili.
Ogni tanto, quando si fa politica, ci si chiede se si è riusciti a portare a casa qualche risultato. Se la politica significa ancora ideali, credere in qualcosa, credere in un mondo migliore, la risposta è sì. La buona politica è questa.
Questo riconoscimento va a tutti quelli che hanno iniziato la lotta con me negli anni ’80 e che hanno contribuito in modo determinante alla nascita, alla crescita e al consolidamento di questo movimento che ha cambiato l’Occidente per sempre e – io sostengo – in modo irreversibile. Sono conquiste non solo per noi ma per tutti, perché qualsiasi diritto che viene garantito, anche a una minoranza, migliora la vita di tutti.
Quindi grazie al Padova Pride Village. Grazie a questa storia che c’è stata e che ci rende tutti orgogliosi di aver dedicato la vita a una rivoluzione culturale che è stata gentile: non c’è stata violenza, non ci sono state forzature. Tutti hanno potuto partecipare discutendo di come cambiare il mondo e soprattutto di come cambiarne la mentalità, che è la cosa più difficile. Ci siamo riusciti: di questo dobbiamo essere orgogliosi. La nostra vita è stata spesa bene. Comunque vada, è stato bello».
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