Andrea e Francesco hanno detto il loro sì stamani nel Palazzo dei Capitani alla presenza di un funzionario dell’ufficio Anagrafe. Ma il clima festoso della prima unione civile ad Ascoli Piceno è stato purtroppo rovinato da insulti, indirizzati alla coppia da parte di un 50enne, la cui identità è stata rivelata da una donna presente ai carabinieri giunti sul posto.
A dare maggiori dettagli sulla vicenda anche Francesco Ameli, capogruppo Pd ad Ascoli, che sulla sul suo profilo Fb ha raccontato: «Dopo aver salutato gli sposi, tornando verso il Comune ho sentito urlare verso di me “zecca” , “ciccione” ed altre cose varie.
Chiedendo all’urlatore se si rivolgesse a me, mi è stato detto “stai zitto” e successivamente “ti spanzo“. Cose leggere insomma.. Un comportamento deplorevole messo in atto da chi dovrebbe vivere con più serenità i propri giorni.
Successivamente sempre urlando verso di me mi è stato detto colpa del Pd se succedono queste cose.. Ho pensato dentro di me che piuttosto che una colpa era un merito… Spiace che l’unione civile non sia stata celebrata né dal sindaco né da un assessore né da un consigliere comunale (nonostante personalmente e pubblicamente abbia dato disponibilità a celebrarne). In questo si riconosce anche l’ideologia politica di chi governa».
Un avvenimento indubbiamente spiacevole ma che è da considerarsi un caso tuttavia isolato. A dirlo è proprio Francesco, uno dei due festeggiati, che, raggiunto telefonicamente, ha dichiarato: «Siamo stati insultati: è vero. Ma si tratta di un uomo, le cui posizioni sono note. Una nota stonata, indubbiamente, che non ha turbato minimamente la felicità mia e di Andrea. Vivo da 14 anni ad Ascoli – sono, infatti, d’origine abruzzese – e posso dire di non aver mai avuto problema alcuno in questa splendida città che, contrariamente a quanto taluni possono pensare, è accogliente e inclusiva».