La Giornata della memoria transgender o Transgender Day of Remembrance (generalmente indicata con l’acronimo TDoR) è una ricorrenza della comunità lgbti. Fissata al 20 novembre da Gwendolyn Ann Smith in ricordo dell’omicidio della donna transgender afroamericana Rita Hester (assassinata il 28 novembre 1998 ad Allston nel Massachussets), l’annua celebrazione si configura quale memoria attiva delle tante persone uccise per odio o pregiudizio transfobico. All’iniziale progetto web Remembering Our Dead si aggiunse una veglia a lume di candela, tenutasi per la prima volta nel 1999 a San Francisco.
Attualmente il TDoR viene osservato in centinaia di città di oltre 20 Paesi ed è caratterizzato da una serie di eventi che, coprendo in taluni casi più giorni, sono volti non solo a commemorare le vittime della transfobia ma a sensibilizzare la pubblica opinione sulle indicibili sofferenze di chi è discriminato per la propria identità di genere.
In Italia la Giornata delle memoria transgender è celebrata a Roma, Milano, Bologna, Napoli, Torino. Il capoluogo piemontese s’impone indubbiamente per le numerose iniziative al riguardo. Punto centrale delle celebrazioni resta la Trans Freedom March che, nata per volontà del Coordinamento Torino Pride (composto da 23 associazioni lgbti e non, operanti su territorio piemontese) col contributo creativo di Veet Sandeh, è stata fissata quest’anno al 18 novembre per ricordare il silenzioso eccidio di persone trans dal 1° ottobre 2016 al 30 settembre 2017.
Come dichiarato dal coordinatore Alessandro Battaglia nel comunicato ufficiale, «quest’anno le nostre attività si svilupperanno, come ormai di tradizione, in un convegno, nella mattina nella di sabato 18 novembre, organizzato insieme alle realtà che si occupano di violenza contro le donne e al Sevizio Lgbti della Città di Torino, con lo scopo di indagare l’eventuale radice comune della transfobia e della violenza contro le donne in un momento storico che vede l’esacerbarsi delle aggressioni e degli stupri. Nel pomeriggio si raggiungerà l’acme con la tradizionale marcia in ricordo delle vittime transessuali uccise nel mondo attraverso le strade del centro di Torino per abbattere le barriere in uno spirito di condivisione con tutte e tutti».
La Trans Freedom March si terrà quest’anno anche a Napoli dove, in realtà, per inizitiva di Atn (Associazione Transessuali Napoli) e col sostegno del locale comitato Arcigay le persone transgender sfilano in occasione del TDoR a partire dal 2009. La scelta è stata effettuata dalla stessa Veet Sandeh in ragione di un fattore ben preciso. «Nel 2016 – si legge nel comunicato di Atn per la conferenza stampa di presentazione, tenutasi stamani presso Palazzo San Giacomo – il capoluogo campano ha raggiunto il triste primato di città italiana con il maggior numero di omicidi e atti di transfobia. Napoli rappresenta tuttora un territorio controverso, nel quale la storia e le azioni concrete di accoglienza e supporto alla popolazione Trans si intrecciano con il degrado, l’ostilità e la violenza esercitata verso persone che vivono spesso una condizione di forte emarginazione».
Un segnale altamente positivo, questo, che a ragione Alessandro Battaglia ha così spiegato: «Le buone pratiche a volte producono partecipazione e integrazione fra persone e territori ed è giusto che sia così. Una Trans March in ogni città: questo sarebbe il traguardo ideale».