Preferì togliersi la vita Ottavio Mai, ricoverato in ospedale a Torino per complicanze da Aids. E così 25 anni fa se ne andava, appena 46enne, lo scrittore, poeta, attore, sceneggiatore, regista d’origine romana, il cui nome resterà per sempre legato all’ideazione del Torino Glbt Film Festival – Da Sodoma a Hollywood. Giunto alla 32° edizione sotto la denominazione Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions, l’evento è stato definito dal ministero per i Beni e le Attività culturali «una tra le più importanti manifestazioni cinematografiche italiane a livello internazionale».
Ma 25 anni fa se ne andava, soprattutto, un importante “attivista per i diritti degli omosessuali” – come è scritto sulla targa della via che gli è stata intitolata a Torino il 24 aprile 2015 –. Se ne andava, soprattutto un uomo dall’eccezionale creatività, legato dal 1977 alla morte a Giovanni Minerba, con cui condivise gli stessi ideali di militanza, gli stessi interessi culturali, la stessa passione per la cinematografia. Passione che portò Ottavio e Giovanni a produrre pellicole nonché docufilm di valore e a istituire, come accennato, all’importante festival cinematografico su temi afferenti all’omosessualità.
E proprio Giovanni nelle prime ore dell’odierna giornata ha voluto affidare i propri sentimenti immutati per Ottavio, le proprie emozioni, i propri ricordi a un post dal titolo Mi ha lasciato la vita.
«Sono passati 25 anni – così ha scritto – da quella notte fra il 7 e l’8 Novembre del ’92 quando un improvviso e lontano squillo del telefono, tanto impercettibile quanto definitivo, confidò al mio cuore stanco e appesantito dalla preoccupazione che Ottavio mi aveva lasciato solo.
Aveva infine deciso di oltrepassare lo schermo, anticipando l’ignoto nemico, e abbandonare le cose di quaggiù, in quel suo modo determinato, silenzioso e quasi timido, simile a tutti i gesti, alle parole non dette, alle determinazioni di una vita, ai quindici anni di quella vita che abbiamo vissuto come una cosa sola, e che in qualche modo, complice la preziosa testimonianza di tanti amici, cerchiamo sempre di tenere viva.
Non sta a me celebrare i fatti, le idee, i progetti, le iniziative, realizzati fra il 1977 e il 1992. Tutto mi ha visto compartecipe e corresponsabile, tutto ha riempito la mia vita, invaso i miei sogni, esaudito molti ingenui desideri. Tutto ci hanno fatto combattere e vincere insieme tante battaglie.
Resta sempre la coscienza del dolore e la certezza della continua necessità di pensare all’onestà intellettuale di Ottavio, alla sua infinita curiosità e le sue stupefacenti intuizioni»