Lo sport in campo contro l’omofobia e la transfobia: un ponte verso il futuro. Questo il titolo del convegno che, organizzato dall’Uisp (Unione Italiana Sport per tutti) insieme con il Centro SInAPSi e le università Parthenope e Federico II, si tiene oggi a Napoli presso Villa Doria D’Angri. Appuntamento in Via Petrarca, 80 alle 9:30.
Rappresentanti del mondo accademico, scolastico e sportivo si confronteranno su come sviluppare azioni di prevenzione delle discriminazioni verso le persone gay, lesbiche e transgender. Con particolare attenzione al mondo dello sport italiano dove il pregiudizio omotransfobico è ampiamente radicato.
Aspetto, questo, che è stato rimarcato da Antonello Sannino, presidente del comitato di Arcigay Napoli e referente di Arcigay Nazionale per lo sport.
«Il mondo dello sport, sia quello professionistico che quello amatoriale – ha dichiarato – rappresenta nel nostro Paese ancora una delle sacche più resistenti di omo-transfobia. Prova di tutto ciò l’enorme difficoltà nel fare coming out per le atleti, gli atleti e tutte le persone che si occupano di sport e che fanno sport. Basti ricordare come nello sport italiano esistano solo due atlete professioniste ad aver pubblicamente dichiarato la propria omosessualità, Nicole Bonamino (di recente medaglia d’argento a Sidney nel nuoto di fondo) e Rachele Bruni.
Pertanto, dopo aver chiesto al Coni la modifica dello Statuto – modifica recepita dal Coni stesso, nella quale chiedevamo l’estensione esplicita del contrasto a tutte le forme di discriminazioni, anche quelle legate all’orientamento sessuale e all’identità di genere –, ci auguriamo che il mondo dello sport italiano dia ulteriori segnali di rinnovamento. Ci auguriamo inoltre che le prossime Universiadi di Napoli del 2019 possano essere le “Olimpiadi Rainbow” per superare definitivamente i giochi olimpici “omofobi” nella Russia di Putin, a Sochi del 2014, che portarono il Cio (Comitato olimpico internazionale) a inserire la clausola di non discriminazione nel contratto con qualsiasi futura città ospitante i giochi olimpici».
Quanto mai opportuna, dunque, la presentazione nell’ambito dello stesso convegno del volume Terzo tempo Fair Play: i valori dello sport per il contrasto all’omofobia e alla transfobia, edito in ottobre per i tipi partenopei Mimesis. Curato da Giuliana Valerio (Università Parthenope), Paolo Valerio (direttore Centro SInAPSi – Università Federico II) e Manuela Claysset (responsabile politiche di genere e diritti Uisp), il volume raccoglie in 150 pagine gli atti del convegno tenutosi a Napoli il 22 aprile 2015. Quello odierno si pone dunque in piena linea di continuità col precedente.
Difatti i lavori congressuali, come dichiarato a Gaynews Paolo Valerio, offriranno «l’occasione di un confronto tra esperti provenienti da diversi ambiti professionali e disciplinari. Il convegno di oggi è finalizzato ad approfondire, anche dal punto della ricerca scientifica, un tema poco studiato e indagato nel nostro Paese.
La presenza, inoltre, di studenti di Scienze Motorie, di atleti, di rappresentanti del mondo della scuola e del mondo sportivo italiano offrirà, attraverso i rispettivi interventi e testimonianze, un’ulteriore occasione per ribadire la necessità di eliminare nello sport ogni forma di discriminazione legata a identità di genere e a orientamento sessuale.
Auspico, insieme ad Antonello Sannino, che alla fine del convegno possa essere stilato con gli esperti, gli studenti di Scienze Motorie e tutti i partecipanti un documento da trasmettere agli organizzatori delle prossime Universiadi che si svolgeranno a Napoli. Documento che ribadisca come nello sport, sia a livello agonistico sia amatoriale, non debba esistere né essere tollerata alcuna forma di omofobia e transfobia».