Grazie all’amministrazione del sindaco Andrea Manzi Casamarciano, piccolo centro della provincia di Napoli, si è distinto negli ultimi tempi come Comune gay friendly. A identificarlo come tale la promozione di un importante progetto di contrasto alle discriminazioni fondate su orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole – (progetto Hope) – con il supporto del comitato provinciale Arcigay di Napoli.
Purtroppo proprio in una scuola del territorio casamarcianese, l’Istituto comprensivo Costantini, si è verificato un atto di omofobia “istituzionale”. Il dirigente scolastico del Costantini ha infatti deciso di rimuovere lo striscione arcobaleno con la scritta La scuola ripudia l’omofobia che gli alunni avevano realizzato.
Al gesto, senza dubbio gravissimo, ha fatto seguito un’immediata risposta del sindaco Andrea Manzi che, sottolineando la vocazione inclusiva e gay friendly del Comune, ha scritto alla ministra Fedeli e all’Ufficio scolastico regionale per chiedere urgenti sanzioni disciplinari nei confronti dello staff dirigenziale della scuola.
Quanto accaduto è stato fortemente stigmatizzato dal presidente di Arcigay Napoli Antonello Sannino che ha ribadito l’inaccettabilità di messaggi tanto negativi proprio in luoghi istituzionali volti alla formazione e all’educazione delle nuove generazioni.
D’altronde, bisogna anche sottolineare che gesti clamorosamente omofobi e intrinsecamente discriminanti, come quello del dirigente scolastico del Costantini, sembrano essere totalmente avulsi anche dal contesto giurisprudenziale al quale fa riferimento oggi la gestione e la direzione dell’istituzione scolastica.
Infatti, è necessario ricordare al riguardo la legge 107/2015. Legge che, di fatto, ha portato a compimento un graduale processo di trasformazione e rinnovamento della scuola nonché del rapporto tra la stessa e territorio. In essa si afferma il ruolo centrale della scuola nel contrasto alle diseguaglianze socio-culturali e nella promozione della partecipazione e della cittadinanza attiva.
In particolare, il comma 16 dell’art. 1, indica alle istituzioni scolastiche, e dunque ai dirigenti che sono garanti della gestione unitaria della singola scuola, di promuovere l’educazione alla parità tra i sessi e la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. Un comma che – come si può facilmente comprendere – dà attuazione ai principi fondamentali di pari dignità e non discriminazione presenti nell’art. 3 della Costituzione italiana, ma altresì ribaditi dall’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e dall’art.14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
Dunque, l’educazione contro ogni tipo di esclusione e la promozione della rispetto delle differenze sono ormai ritenute una competenza chiave che i discenti devono acquisire nell’ambito dell’educazione alla cittadinanza. Educazione, connessa ai contenuti di tutte le discipline, e dunque priorità del curricolo degli alunni già a partire dalla scuola primaria (si veda il documento di indirizzo di Cittadinanza e costituzione del 4/3/2009).
Insomma, onore al merito al Sindaco di Casamarciano che ha tempestivamente allertato la ministra Fedeli perché è inammissibile, nel 2018, in spregio ai valori condivisi della Comunità Europea e alle indicazioni di legge nazionali, essere così insensibili alle esigenze di una società che cambia e dice no ai pregiudizi e alle diseguaglianze.