Sono quasi le 04:00 del mattino quando la direzione del Partito democratico ha approvato le liste per l’elezioni politiche. Ma la minoranza ha consumato uno strappo non partecipando al voto.
«Non c’è stata nessuna trattativa o braccio di ferro, perché i nomi li sentiamo solo ora, non li abbiamo neanche letti», lamenta Andrea Orlando parlando anche a nome di Gianni Cuperlo e Michele Emiliano. Disappunto espresso dopo che Lorenzo Guerini ha letto in maniera spesso impacciata e non chiara (causa forse anche l’estenuante attesa) il lungo elenco dei candidati.
Alla fine il ministro della Giustizia è riuscito a spuntarla sui nomi di Cesare Damiano e Barbara Pollastrini. Ma non su quelli di Andrea Martella e, in particolare, di Sergio Lo Giudice, nonostante la levata di scudi nel giorno precedente da parte di più associazioni e attivisti Lgbti.
Confermata invece la candidatura Cerno che, dunque, alle prossime elezioni costituirà la cosiddetta pattuglia arcobaleno con Alessandro Zan, Ivan Scalfarotto e l’orlandiana Monica Cirinnà, divenuta emblema della lotta per i diritti civili delle persone Lgbti nell’attuale legislatura.
La “madrina delle unioni civili” sarà candidata al Senato nel colleggio plurinominale Lazio 2 (Collatino, Viterbo, Guidonia) e, in veste di capolista, nel Lazio 3 (Frosinone, Latina, Fiumicino).