Per il terzo anno consecutivo il Treno della Memoria ha dedicato uno dei suoi viaggi ai temi Lgbti. Il “pellegrinaggio laico” – così amano chiamarlo gli organizzatori – si è concluso oggi con l’assemblea finale a Cracovia con tutti i ragazzi che hanno partecipato.
Sul palco, ad affrontare i temi Lgbti, il Coordinamento Torino Pride, che da sempre collabora a questa iniziativa, e Gianni Reinetti che con Franco – il suo compagno ora defunto – è il protagonista di una vicenda a lieto fine dalle tinte rainbow. Franco e Gianni, la cui storia è stata recentemente narrata in un libro, sono stati, infatti, una delle coppie gay italiane più longeve della storia.
L’iniziativa nasce da un’idea dell’Associazione Treno della memoria e del Coordinamento Torino Pride e può contare oggi sulla collaborazione e l’appoggio di altre realtà Lgbti nazionali come LeA – Liberamente e Apertamente.
Per la prima volta quest’anno il Treno dedicato ai temi Lgbti, prima di giungere alla sua consueta destinazione, Cracovia, ha fatto una tappa intermedia a Berlino per un educational sulla visita allo Schwules Museum e ai più importanti luoghi della Memoria di Berlino. Ha guidato i ragazzi nel percorso Alessandro Battaglia, coordinatore del Torino Pride.
Lo Schwules Museum (Gay Musem Berlin) con le sue mostre acclamate, i suoi archivi e il suo lavoro di ricerca è una delle più grandi e più importanti istituzioni al mondo dedicata alla storia e alla cultura delle comunità Lgbti.
Alcuni numeri caratterizzano Lo sterminio dimenticato:
175 è il numero del paragrafo per cui migliaia e migliaia di persone omosessuali nella Germania nazista subirono arresti, punizioni, deportazioni nei campi di concentramento. Il paragrafo 175 era un articolo del codice penale tedesco risalente al 1871 che recitava: La fornicazione contro natura, cioè tra persone di sesso maschile ovvero tra esseri umani ed animali, è punita con la reclusione; può essere emessa anche una sentenza di interdizione dai diritti civili.
1936 è l’anno del triangolo rosa.
100.000 è il numero di persone arrestate per violazione del paragrafo 175 in Germania dal 1933 al 1945. Un numero di persone – stimabile fra 10.000 e 15.000 – fu internato nei campi di concentramento.
Morirono tra le 6.000 e le 9.000 persone.
5 è il numero di lesbiche deportate di cui si ha esplicita notizia. In realtà le donne omosessuali che finirono nei campi di concentramento furono molte di più.
90, infine, è il numero intorno a cui si aggirano le condanne al confino per omosessualità tra il 1936 e il 1939 nell’Italia fascista.
Dal palco dell’assemblea finale del Treno Lgbti il monito di Maurizio Gelatti, segretario del Torino Pride, e di Gianni Reinetti è stato univoco: «La storia e la memoria servano a voi e a tutti e tutte da monito. Che gli errori del passato possano servire a combattere le discriminazioni del presente».
Il primo Treno della Memoria è partito il 27 gennaio 2005. Fino a oggi il Treno ha lavorato con oltre 14 regioni, 20 province e 100 comuni e ha portato a visitare i campi di Auschwitz e Birkenau quasi 35.000 ragazzi provenienti da diverse regioni d’Italia di età compresa fra i 17 e i 25 anni.
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