The Happy Prince. L’ultimo ritratto di Oscar Wilde può considerarsi il film per antonomasia di Rupert James Hector Everett.
Scritta, diretta e interpretata dal 58enne attore di Norwich nei panni del protagonista, la pellicola ripercorre gli ultimi anni della vita di Wilde. Quelli compresi tra la primavera del 1897 e l’autunno del 1900. Quelli, cioè, che vanno dalla scarcerazione dal penitenziario di Reading alla morte, avvenuta a Parigi il 30 novembre del primo anno del XX° secolo in una misera stanza dell’Hotel d’Alsace (oggi il lussuoso Hotel de Beaux-Arts).
Stanza in cui si rincorrono i ricordi di Wilde che, affetto da sifilide e otite purulenta, è circondato dalla sola presenza affettuosa di Robbie Ross (interpretato da Edwin Thomas) e di Reggie Turner (interpretato da Colin Firth).
Uno straordinario Rupert Everett offre così un inedito ritratto del lato più intimo di uno dei geni di tutti i tempi che visse e morì per amore.
Amore per Lord Alfred Douglas (Colin Morgan), che fu all’origine della tristemente nota lite giudiziaria col di lui padre, il marchese di Queensberry. Lite che portò Wilde a due processi, il secondo dei quali da imputato e poi terminato con la condanna a due anni di carcere per sodomia.
Amore per la moglie Constance (Emily Watson), vissuto nell’implacabile rimorso per aver gettato lei e i loro figli nello scandalo all’indomani della condanna.
Prodotto da Palomar, Maze Pictures, Entre Chien et Loup, il film d’esordio alla regia di Rupert Everett sarà distribuito nelle sale italiane da Vision Distribution a partire dal 12 aprile. In anteprima nazionale sarà proiettato il 10 aprile a Roma, Milano e Torino.