Esce il 23 aprile in tutti gli store digitali la compilation Dance Hit, primo progetto discografico a cura del trasformista e showman Francesco Gibilaro. 13 le tracce (più un bonus track e un bonus video) di questa raccolta dallo stile tropicale.
Sotto il nome di MrCubanito il 27enne artista siciliano è da anni trascinatore delle estati in riviera romagnola. Ma attraverso la musica e la danza è animatore di campagne significative contro l’omofobia e per i diritti civili. Ne spiega il perché in quest’intervista a Gaynews.
Francesco, come nasce la compilation che sarà lanciata domani?
Nasce dalla stima e dall’amicizia che da tempo mi lega a Alain Deejay, produttore e autore del brano Muevete per il quale mi ha chiesto di fare una coreografia pronta a diventare virale sulle spiagge della Romagna e speriamo di tutta Italia.
Quanto c’è della tua vita reale in MrCubanito?
C’è tantissimo. MrCubanito è il mio lavoro principale che mai rinnegherò e a cui, anzi, sono molto grato: quello di animatore e maestro di fitness. Quindi Cubanito è passione, grinta, sorriso che aiuta e mi aiuta anche nei giorni più difficili. Posso dire che MrCubanito è il volto più forte di Francesco che ora, dopo quasi dieci anni in campo, inizia a fare un po’ anche l’allenatore o meglio: il direttore artistico, un ruolo che dalla scorsa estate mi sta dando davvero molta soddisfazioni.
Da cosa è originato il tuo impegno contro l’omofobia?
Da tanti brutti momenti vissuti in prima persona. Da tante allusioni e confusioni volutamente violente sulla mia natura, così tanto da farmi sentire isolato, braccato, solo in una città, prima San Cataldo, poi pure Caltanissetta che credo con me abbiano mostrato i loro volti peggiori. Con non poca tristezza ho raccontato che in quegli anni bui, nei quali ero giovanissimo, sono arrivato a sentire quasi la volontà di farla finita. Però poi, prima scappando di casa e poi volendo tornare a dire la mia, finalmente convinto di non essere sbagliato, ho capito che l’unica cosa da fare era lottare contro le discriminazioni perché nessuno debba più trovarsi a soffrire così.
Sono arrivato fino a confrontarmi con l’ex presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, una figura importante per la comunità Lgbt siciliana e italiana che mi ha raccontato con molta umanità la sua storia personale pure difficile e dura, spiegandomi però con semplice umanità che lottare è giusto ma non fino a farsi male. L’importante è trovare la propria strada e il luogo dove essere felici che per me da quasi cinque anni è la Romagna che mi ha adottato e mi vuole bene.
Al tempo stesso non ho più paura di tornare a San Cataldo dove oggi giro a testa alta e molte persone, credo, abbiano capito che la chiusura mentale fa male a loro e agli altri.
Credi che la tua Sicilia abbia fatto dei passi in avanti al riguardo?
La Sicilia ha mille volti. Palermo quest’anno è capitale della cultura e qualcosa vorrà pur dire, speriamo. La zona interna, i posti di provincia dal punto di vista sociale sono però tutta un’altra storia. Purtroppo continuano a regnare la bassa scolarizzazione e tanto sfruttamento anche dal punto di vista lavorativo. Si cerca il cambiamento ma non si vede la luce in fondo al tunnel e sempre più giovani, per motivi del tutto diversi dal mio, scappano. Purtroppo servirebbe più amore verso la Sicilia anzitutto da parte dei siciliani. Crederci un po’ di più.
Io, anche se per ora da lontano, spero di poter fare la mia parte perché la più grande isola italiana torni ad essere anche un posto vivibile per i gay ma pure per i tanti ragazzi etero che oggi fanno figli senza sapere quale futuro o addirittura quale presente dare loro. Lo spero anche per i miei nipotini che vivono lì come tutte le mie sorelle e i miei genitori.
Uno dei miei sogni, a questo punto, sarebbe quello di poter esprimere la mia arte a San Cataldo su un palco importante come la Fiera dell’Artigianato, del Commercio e delle Imprese. So che stanno organizzando una bella decima edizione… Speriamo davvero che questo cambiamalento di prospettiva in avanti, che ad oggi in tutta onestà pare ancora una speranza contro ogni speranza, diventi una possibilità anche per la provincia siciliana e magari, più prima che poi, anche una realtà. Gioverebbe alla Sicilia e a tutti i siciliani, soprattutto giovani, che oggi non hanno molte ragioni per le quali gioire a vivere sull’isola.
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