Presso il seicentesco Palazzo Civico di Torino, sede del Comune, sono stati trascritti i tre atti di nascita dei bambini e delle bambine nati all’estero da coppie omogenitoriali.
Registrato anche quello di Niccolò Pietro quale figlio di Chiara Foglietta e Micaela Ghisleni con l’indicazione che è stato concepito grazie alle tecniche di fecondazione eterologa in Danimarca. «Oggi non si è solo scritto un atto – così la consigliera comunale dem sulla sua pagina Fb-. Un nome su un foglio. Si è scritta una pagina importante della nostra Storia. Niccolò ora è ufficialmente registrato ed è figlio mio e di Micaela anche per lo Stato italiano».
Presenti, oltre alla sindaca Chiara Appendino, l’assessore alle Pari opportunità Marco Giusta, l’assessora all’Innovazione Paola Pisano, il coordinatore del Coordinamento Torino Pride Alessandro Battaglia, il segretario del Coordinamento Maurizio Gelatti e le tre coppie omogenitoriali (di cui una è composta dai papà d’una coppia di gemelli).
Su quanto avvenuto a Torino Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno, ha dichiarato in un comunicato: «È indubbio che la battaglia per il riconoscimento dei diritti dei nostri bambini e delle nostre bambine stia dando risultati molto importanti. Questo anche grazie e soprattutto all’instancabile richiesta di diritti che i nostri soci e le nostre socie portano avanti nei tribunali e all’impegno degli avvocati e delle avvocate che li assistono.
Tuttavia, ricordiamo anche che ci sono ancora centinaia di bambini e bambine di serie B, privi del pieno riconoscimento dei loro genitori.
È importante che adesso altri Comuni si allineino alla scelta della sindaca Appendino e che, a livello nazionale, vengano abbattute le ultime norme discriminatorie nei nostri confronti, a partire dal pieno riconoscimento dei diritti per i nostri figli e le nostre figlie, insieme ad una riforma delle legge sulle adozioni e alla possibilità di accesso alle tecniche di pma per le coppie omosessuali e i single».
Nel medesimo comunicato è stato inoltre ricordato che «la decisione della sindaca Appendino, per altro, non è una forzatura» (come la stessa prima cittadina del capoluogo sabaudo aveva affermato in un post alcuni giorni fa) «ma un’interpretazione corretta dello spirito della nostra legislazione». Esplicito riferimento, quest’ultimo, al dettagliato articolo del magistrato Marco Gattuso su Articolo29.
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