Il Consiglio di vigilanza di San Francisco, organo legislativo dell’omonima metropoli e contea californiana, ha oggi approvato all’unanimità (11 voti su 11) una risoluzione di rilievo per la collettività Lgbti locale e internazionale.
Su proposta di Jane Kim e Jeff Sheehy, componenti del Consiglio, è stata infatti elevata a distretto culturale (è il quinto creato in San Francisco) parte del quartiere di South of Market, conosciuto più semplicemente come SoMa. Area storicamente significativa per le persone omosessuali, bisessuali, transgender e intersessuali al pari di Castro e Ternderloin (legata, quest’ultima, ai moti innescati nel 1966 da attiviste trans), Sout of Market è infatti il fulcro della gay leather community.
Ella infatti vi si costituì e crebbe in maniera progressiva dal 1962 al 1982, rendendosi particolarmente visibile e perciò incisiva sulla vita socioculturale di San Francisco lungo Folsom Street che agli inizi della seconda metà del secolo scorso era zona di depositi commerciali. Furono aperti numerosi club e cruising bar tra cui gli storici Caldron e Slot.
La comunità leather seppe far fronte, negli anni ’70, alle conseguenze dell’ambizioso programma di riqualificazione del quartiere, che venne ad arricchiarsi di stabilimenti balneari e condomini di lusso. Conobbe invece un periodo di crisi a seguito dei primi casi di Aids con il progressivo numero di decessi e, soprattutto, la chiusura forzata di numerosi locali.
Fu così che nel 1984 alcuni attivisti diedero vita alla Folsom Street Fair, che è attualmente il terzo evento più partecipato in California mentre è il più importante, a livello mondiale, per i cultori del leather e del Bdsm. La donazione dei relativi proventi a organismi sanitari e ad associazioni di supporto a persone sieropositive (oltre a quelli destinati per la promozione di attività specifiche) al pari delle raccolte fondi organizzate dai cruising bar superstiti (o successivamente aperti) a favore di enti no profit è stata di vitale importanza per infondere nuova energia nella comunità leather di Sout of Market e comunicare all’esterno un immagine di sé ben diversa da quella stereotipata diffusasi tra gli anni ’80 e ’90.
Il quartiere stava per rischiare un ennesimo fenomeno di spopolamento delle persone Lgbti a causa degli affitti saliti alle stelle in una zona divenuta elitaria e punto di riferimento per aziende come Airbnb o Twitter.
Ma adesso la qualifica di distretto culturale impedirà tutto ciò. Sarà infatti varato un piano volto a promuovere aziende e attività legate alla cultura leather tramite l’accesso a fondi pubblici in una con incentivi ad affitti sostenibili.
«Viviamo a San Francisco – così il supervisore Jeff Sheehy la risoluzione oggi approvata – in un periodo di immensa transizione e trasformazione. Molte comunità stanno riconoscendo che le loro storie culturali, uniche, sono andate perse. Stiamo quindi lavorando per preservarle laddove possiamo».