Milano come Roma. Il 30 aprile, il giorno stesso in cui Alessandro veniva bastonato all’Eur per furto e poi attaccato sui social quale frocio dagli stessi assalitori appropriatisi del cellulare, il responsabile del Gruppo Giovani di Arcigay Milano subiva un’aggressione omofoba da parte di sei adolescenti.
Erano circa le 19:30 quando l’attivista 18enne, che aveva passeggiato in zona San Siro in compagnia di due amici, si è diretto verso la fermata metro Segesta. A un tratto è stato raggiunto da spintoni e insulti da parte del branco per il solo fatto d’indossare una giacca di colore rosa. Poi sputi e offese minatorie: Frocio, ti ammazziamo. È scattata quindi la denuncia alla polizia, che è sulle tracce degli aggressori.
Su quanto avvenuto la sera del 30 aprile così si è espresso Fabio Pellegatta, presidente di Arcigay Milano: «Quanto avvenuto è grave perchè non è pensabile in una società civile che ragazzi o ragazze non possano passeggiare liberamente in una città. È grave perchè quanto accaduto è specchio di una cultura dell’intolleranza che da anni sta imperversando strade e discorsi politici.
Quanto è avvenuto è grave perchè mostra in maniera inequivocabile quanto discorsi e pensieri omotransfobici o comunque di intolleranza verso le minoranze, espressi per finalità politiche, si tramutino poi in azione da parte di fasce di popolazione più suscettibili e vulnerabili.
Chiediamo e confidiamo nelle forze dell’ordine affinchè questi episodi non abbiano più ad avvenire. Chiediamo un livello di responsabilità sociale maggiore a chi, occupando un ruolo pubblico, usa parole che possono diventare “pesanti” quando poi diventano pensiero sociale.
Le società civili, per essere tali, esigono uno sforzo comune nella tutela dei valori di libertà e di rispetto. La tutela delle minoranze è lo specchio della civiltà e della laicità di una nazione. È una responsabilità importante che tutt* dobbiamo condividere e abbracciare».