A un anno di distanza torna il Premio Abbraccio, il riconoscimento ad aziende e personalità che nel lavoro come nella vita personale si sono contraddistinte per il loro impegno nella lotta contro le discriminazioni da orientamento sessuale e identità di genere. Ideato e organizzato da Agedo Roma, quest’anno la manifestazione sarà ospitata all’Off/Off Theatre di Roma a partire dalle 19.15.
Conduttore della serata sarà Pino Strabioli che sarà accompagnato da un’ospite speciale: Piera Degli Esposti. Interverrà anche Francesco Lepore, caporedattore di Gaynews.
A raccontare le ragioni di questa iniziativa è Roberta Mesiti, presidente di Agedo Roma.
Presidente, questa è la seconda edizione del Premio Abbraccio: che significato ha per lei tale iniziativa?
Il significato è quello del Premio Abbraccio in genere. Un premio che affonda le radici nella missione più profonda di Agedo: un’evoluzione culturale dai valori ai modelli di comportamento fino alla consapevolezza collettiva della questione Lgbti.
Qual è lo slogan di quest’anno?
Riconoscere e riconoscersi. Come ormai noto, il Premio Abbraccio è un tributo a personalità e aziende che quotidianamente e concretamente si impegnano per questo cambiamento culturale, anzi parlerei di evoluzione. Noi ci riconosciamo in queste buone pratiche perché sono i nostri valori. Ritengo importante riconoscersi in queste buone prassi, in modelli virtuosi perché diventano un esempio di forza, di determinazione ma anche una fonte di conoscenza e di competenza. Inoltre, con la maggior parte delle realtà premiate abbiamo rapporti di collaborazione. Penso ad Antonella Montano o a Vanni Piccolo, con il quale abbiamo lavorato a eventi molto belli come quello sulla sieropositività in occasione della Giornata Mondiale contro l’Hiv. Con Deutsche Bank Agedo nazionale e tante sedi territoriali – con la collaborazione di Parks – stanno realizzando una formazione interna per il personale.
C’è quindi un riconoscere l’impegno, la competenza e il cambiamento che mettono in atto e che diventa a sua volta una migliore qualità di vita per i nostri ragazzi.
Cosa l’emoziona di più di questo premio?
Mi emoziona trovare queste radici profonde, il senso dell’Agedo di questo tipo di evoluzione e attualizzarla, soprattutto in un momento come questo che per noi genitori è molto difficile. Sentiamo di continue aggressioni di stampo omofobico e purtroppo leggiamo spesso dichiarazioni pubbliche che sono devastanti. È un negare tutto quello che con forza affermiamo da 25 anni, anniversario che sarà celebrato quest’anno.
Le motivazioni delle assegnazioni di quest’anno?
Ovviamente c’è una motivazione per i premi che verranno assegnati.
I premiati di questa edizione saranno:
Antonella Montano, che ha speso tanto della propria vita professionale e personale su diverse tematiche. È stata una delle prime studiose ad aver affrontato e parlato del tema dell’omofobia sociale e interiorizzata. Ha dato voce alle donne lesbiche che subiscono la doppia discriminazione in quanto donne e per il loro orientamento sessuale. È formatrice di terapeuti che prenderanno in carico eventuali situazioni da risolvere. In ultimo, con Il vaso di Pandora, ha fondato l’omonima onlus che si occupa di violenza di genere, delle vittime del trauma e del superamento del trauma dell’abuso. Un progetto che apre uno sguardo doveroso sulla questione di genere, femminile, Lgbti, etc.
Vanni Piccolo, testimone storico del movimento, che ha fatto tantissimo per la comunità. Da presidente del Circolo Mario Mieli si è segnalato nella lotta contro l’Hiv, già dal suo primo comparire, collaborando con l’Istituto nazionale Malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”. Un fatto che è storia. Come consigliere del sindaco di Roma Rutelli ha fatto tanto per il Pride. Poi ancora come preside e prima ancora come insegnante si è distinto per progetti di multiculturalità. Ha collaborato con l’Unar contro le discriminazioni in Lazio, Campania, Calabria. Vanni è una delle personalità più riconoscibili e che più si è speso. Certo non l’unico, perché c’è un gruppo storico. Ma di certo è tra chi si è speso di più per i diritti della comunità, anche tra i partiti in anni in cui questo non era consueto.
Silvia Grilli, direttrice di Grazia. Un settimanale che nel tempo sta ponendo molto l’accento sulla condizione femminile e narra anche in maniera realistica e positiva storie di ragazzi e ragazze omosessuali. Questa rappresentazione diffusa e positiva al di fuori degli stereotipi per noi diventa cultura e valore condiviso.
Deutsche Bank, in collaborazione con Parks, sta effettuando delle formazioni interne inclusive per il personale Lgbti. A settembre si terrà un corso a Roma. Come genitori Agedo sosteniamo questo progetto in diverse città italiane. Inoltre, Parks è una realtà importante che fa formazione per le aziende a favore dell’inclusività.
La manifestazione cade quest’anno nella giornata della Festa della mamma. Cosa ne pensa delle proposte di eliminare una tale ricorrenza assieme a quella del papà perché discriminerebbero le famiglie arcobaleno?
Penso che si possa parlare di festa delle mamme e di festa dei papà. Questa, secondo me, potrebbe essere una soluzione che non urti nessuno. C’è stata una polarizzazione di alcune posizioni che credo sia sbagliata, mentre penso che ci dovrebbe essere un confronto pacato e sereno.
Io lancio, quindi, un’idea: fare una festa delle mamme e dei papà, in cui siano rappresentati più modelli visto che la realtà ci rimanda tantissimi modelli di famiglie. Ci sono mamme in famiglie etero, o single, eterosessuali, rimaste sole o che per motivi economici sono tornate nelle proprie famiglie di origine e vivono e crescono figli assieme alle loro di madri.
Parliamo quindi di papà, di mamme, di famiglie. Penso che sia una visione più omnicomprensiva.