Palermo si appresta a vivere il 17 maggio la 12° edizione della Veglia ecumenica per il superamento dell’omofobia. Ma quest’anno a caratterizzarla in maniera inconfondibile sarà una preghiera composta per l’occasione dal metropolita Corrado Lorefice.
Precedentemente trasmessa a tutti i presbiteri dell’archidiocesi con l’invito a darne lettura nel corso delle messe vespertine del 12 maggio e di quelle dell’intera domenica del 13, la breve orazione sarà recitata anche durante la veglia che inizierà alle 19:00 del 17 maggio in Piazza Politeama e terminerà con una fiaccolata nella Parrocchia di Santa Lucia al Borgo. Prevista la partecipazione dell’attore Salvo Piparo che reciterà alcuni brani nonché delle corali Freedom Voices, San Francesco Saverio e Mauriziana.
«Gesù di Nazareth, testimone delle viscere di misericordia di Dio per gli uomini – così il testo composto da Lorefice –, il Crocifisso risorto che libera dal peccato e dalla morte, ha fatto dell’accoglienza e del riconoscimento dell’altro il paradigma e il segno dell’irruzione del regno di Dio nel mondo.
Mentre deploriamo con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente, preghiamo perché i cristiani, attingendo con ascolto discepolare alla grazia dell’Evangelo, testimonino e annuncino, con audacia profetica, l’incondizionato rispetto dovuto ad ogni persona e denuncino ogni forma di discriminazione ed emarginazione».
L’inusitato gesto dell’arcivescovo di Palermo è stato accolto con soddisfazione dal locale comitato Arcigay che su Facebook ha commentato: «Quello dell’arcivescovo Lorefice è un messaggio di amore e di rispetto importante per le persone LGBT+ cattoliche e per le loro famiglie».
Contattato da Gaynews, don Paolo Cugini, parroco di Regina Pacis a Reggio Emilia e da settimane sotto attacco per aver organizzato una veglia per il superamento dell’omofobia, ha dichiarato: «Da Palermo arriva un segno importante di rispetto, accoglienza e vicinanza nei riguardi di chi subisce discriminazioni a causa dell’orientamento sessuale e identità di genere.
Tutti i vescovi italiani dovrebbero seguire l’esempio di mons. Lorefice che non solo mostra d’essere in totale sintonia con lo stile di Papa Francesco ma di incarnare il messaggio evangelico dell’amore al prossimo senza barriere o preclusione di sorta».