Spalla@Spalla. Le (dis)avventure di Carlo e Luana, pubblicato nella colonna Lgbt della casa editrice napoletana Milena, è il romanzo d’esordio di Christian Coduto, consigliere del circolo Arcigay Rain di Caserta.
Un romanzo scritto come una sit-com, con un evidente sguardo al canone della commedia brillante: quella della migliore tradizione anglosassone, in cui si ride, si evidenziano tic e luoghi comuni della società corrente e si riflette, con ironia e sarcasmo, sulle quotidiane difficoltà con cui si devono misurare i protagonisti che, nella fattispecie, sono persone Lgbt.
Un romanzo incardinato sul rapporto di complicità e amicizia dei due personaggi che condividono lo stesso appartamento e lo stesso orientamento sessuale ma che sono, per il resto, estremamente diversi. Carlo, con l’insulina sempre pronta per il suo diabete, è un giovane biologo gay disordinato e logorroico mentre Luana, una 30enne lesbica misantropa e silenziosa, è una pubblicitaria pignola e ordinatissima.
Il loro ménage, già di per sé esplosivo, è messo continuamente a soqquadro dall’irruzione di parenti spesso indesiderati, amici che non sempre sono effettivamente d’aiuto, colleghi di lavoro con le loro convinzioni infondate (come Tania, la “scema delle mele” convinta che Carlo finga di essere gay perché, in realtà, vuole conquistare le donne) e amanti, più o meno disastrosi, capaci di frantumare i loro già precari equilibri.
Le dinamiche relazionali raccontate da Coduto, benché narrate con grande leggerezza, ci consegnano l’immagine di una collettività Lgbt vittima sia degli stereotipi, che il contesto sociale continua a reiterare a danno delle persone omosessuali, sia dello stigma interiorizzato dagli stessi soggetti appartenenti alla comunità.
Un tema che attraversa l’intero romanzo, declinando la propria presenza in molteplici circostanze, è quello della verità e dell’autenticità. Carlo, Luana, Iris, Marco e gli altri vivono una società che non li considera. Pur anelando a una vita migliore, sono costretti alla menzogna e alla farsa: costrizione che, in alcuni casi, crea una sorta di assuefazione e si ritorce contro la stessa qualità della vita.
C’è da dire che la commedia di Coduto è ambientata nel 2002. In una realtà sociale, dunque, non del tutto diversa dalla nostra ma che, non essendo ancora stata investita né dalla rivoluzione dei social e degli smartphone né da alcune importanti conquiste come, ad esempio, la legge sulle unioni civili, patisce maggiormente meccanismi di esclusione e di pregiudizio. Anche se è perfettamente narrata dall’autore la più spiccata capacità di vivere la vita in maniera “relazionale”, non essendo ancora intervenuta la progressiva e compulsiva dipendenza da social che è possibile constatare nelle nuove generazioni.
Insomma, un romanzo divertente e pieno di colpi di scena, che gode del sostegno morale dei circoli Arcigay di Napoli e Caserta. E che ha il sicuro merito di raccontare una storia in cui, sia pur tra mille difficoltà, la vita delle persone Lgbt risulta sostanzialmente “ordinaria” nella sua eccezionalità ed eccezionale nella sua “ordinarietà”. Nel suo essere, cioè, conforme a qualsiasi altra esistenza fatta di alterni momenti di euforia e di tristezza, picchi di gioia e di inevitabile disincanto.