Alle 02:02 (ora locale) del 12 giugno 2016 Omar Seddique Mateen apriva il fuoco nel nightclub Pulse d’Orlando causando la morte di 49 persone. Poche ore dopo lo stesso attentatore avrebbe perso la vita a seguito d’un conflitto a fuoco con le forze dell’ordine.
Nel secondo anniversario della peggiore sparatoria – prima di quella del 1° ottobre 2017 a Las Vegas (con 58 vittime) – nella storia moderna degli Usa e del più grave attacco alla collettività Lgbti in quella transnazionale sono stati organizzati nella città, che è capoluogo della contea d’Orange, una serie di eventi commemorativi.
A dare il via, ieri sera, alle celebrazioni l’incontro-dibattito coi genitori di Matthew Shepard, lo studente universitario torturato selvaggiamente, il 7 ottobre 1998, da due uomini per il fatto d’essere omosessuale e morto il 12 ottobre, dopo cinque giorni d’agonia, a Fort Collins. In un parco vicino al Pulse si è invece tenuta la corsa arcobaleno e, successivamente, è stato proiettato un documentario con interviste ai sopravvissuti della strage.
Oggi, invece, le campane del tempio centrale metodista suoneranno a mezzogiorno 49 volte mentre alle 19:00 avrà luogo, presso il memoriale provvisorio all’esterno del Pulse, la cerimonia ufficiale alla presenza del sindaco d’Orlando Buddy Dyer e della presidente del Consiglio di Contea Teresa Jacobs. Sempre in giornata saranno appesi davanti al municipio 49 nastri e si terrà presso il Centro storico della Contea d’Orange una mostra sulla tragedia.
Un fitto programma d’eventi, dunque, in vista del quale alcuni sopravvissuti e familiari delle vittime hanno pensato di citare in giudizio il dipartimento di polizia di Orlando e i proprietari del nightclub, rispettivamente accusati di non aver fatto il possibile per contenere la strage e di non aver dotato la discoteca di adeguate misure di sicurezza.
Venerdì scorso Barbara e Rosario Poma, proprietari del Pulse, hanno preferito non commentare l’accaduto invitando, invece, «tutti a mantenere l’attenzione sul ricordo delle vittime mentre ci prepariamo per questa settimana della memoria».