Marilena Grassadonia e Maria Grazia Sangalli, presidenti di Famiglie Arcobaleno e Rete Lenford, hanno appena incontrato la sindaca di Torino Chiara Appendino per ringraziarla di aver proceduto alla prime due iscrizioni anagrafiche di bambini nati in Italia col riconoscimento d’entrambe le mamme (di cui uno, Niccolò Pietro, è il figlio di Chiara Foglietta e Micaela Ghisleni) in una con le trascrizione degli atti di nascita esteri di due gemelli quali figli d’una coppia di due papà.
Ma non solo, perché nelle ultime settimane la prima cittadina sabauda ha dato l’ok ad altri casi di registrazioni anagrafiche di bambini arcobaleno, che hanno raggiunto il numero complessivo di 20.
Presenti anche l’assessore alle Pari Opportunità Marco Giusta e il coordinatore del Coordinamento Torino Pride Alessandro Battaglia. L’incontro è avvenuto alla vigilia della locale marcia dell’orgoglio Lgbti.
«Oggi qui a Torino – si legge nel comunicato congiunto – abbiamo avuto il piacere di incontrare la sindaca Chiara Appendino, insieme all’assessore Marco Giusta, per ringraziarla dell’importante lavoro e impegno profuso nei mesi scorsi che ha dato risposte chiare alla richiesta di diritti dei nostri figli e delle nostre figlie. Le registrazioni e le trascrizioni di entrambi i genitori negli atti di nascita hanno costituito, oltre che un atto di civiltà, un atto di valenza politica importantissima.
Ora abbiamo un obiettivo comune: fare in modo che questi diritti si estendano a tutti i bimbi e le bimbe delle famiglie arcobaleno in qualunque città essi abbiano la fortuna di vivere.
La sindaca Appendino, a questo proposito, ci ha informati della costituzione di un tavolo tecnico, all’interno della Commissione Pari Opportunità di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani). Iniziativa portata avanti dall’assessore Marco Giusta, insieme ad altri assessori di importanti città, per approfondire le questioni legate alle registrazioni e alle trascrizioni dei certificati di nascita e per mettere a punto le prassi operative necessarie al riconoscimento dei progetti di genitorialità condivisa e dei diritti negati ai figli e alle figlie delle coppie dello stesso sesso.
Fare squadra con chi ha a cuore un Paese più civile e giusto, è l’unica strada da percorrere per fare in modo che tutte le famiglie abbiano uguale cittadinanza.
Il proposito con il quale ci siamo lasciati è che tutti i sindaci e le sindache d’Italia si assumano le stesse responsabilità e – avendo a cuore il benessere dei propri cittadini e cittadine – procedano speditamente con i riconoscimenti e i provvedimenti necessari».