Alla sentenza emessa ieri dalla Corte d’appello di Napoli segue oggi il decreto depositato dal Tribunale di Pistoia.
Decreto storico perché è stata ordinata, in applicazione diretta della legge n. 40/2004, la formazione d’un atto di nascita recante l’indicazione di due madri.
Si tratta del primo caso in assoluto in cui un giudice riconosce l’applicabilità degli articoli 8 e 9 della detta legge in una coppia di due donne, affermando che la responsabilità genitoriale della madre non biologica sorge per effetto della prestazione del consenso alla procreazione assistita eterologa.
Per Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno, si tratta di «una giornata davvero storica. Dopo la sentenza della Corte d’appello di Napoli, il decreto del Tribunale di Pistoia conferma senza possibilità di dubbio che l’azione amministrativa di sindaci e ufficiali di stato civile, da Torino in poi, era pienamente fondata e doverosa. Questa sentenza ribalta infatti il diniego opposto dall’ufficiale di stato civile e ordina la formazione di un atto di nascita totalmente nuovo, che indica sin dall’inizio l’esistenza di due mamme».
Viva soddisfazione ha espresso Angelo Schillaci, ricercatore in diritto comparato presso l’ateneo romano della Sapienza e coordinatore di quel team di avvocati che, formatosi in seno al Gruppo legale di Famiglie Arcobaleno e comprendente Michele Giarratano, Vincenzo Miri (Rete Lenford), Ferdinando Poscio, Federica Tempori, ha lavorato sinergicamente per una tale causa.
«Un risultato molto importante – così ha commentato Schillaci –, che premia un lavoro di squadra durato mesi: fin dall’inizio, abbiamo creduto fermamente che fosse possibile sostenere in giudizio la tesi avanzata in dottrina da Marco Gattuso, in merito all’applicabilità dell’art. 8 in coppia omogenitoriale. Davvero un passo avanti fondamentale per la tutela dei bambini e delle bambine arcobaleno».
Per il magistrato Marco Gattuso, «dopo le due decisioni del Tribunale di Torino, la sentenza della Corte d’appello di Napoli (con l’autorevole firma dell’estensore consigliere Casaburi), la decisione del Tribunale di Pistoia (che reca la firma del presidente del tribunale, Amato) rappresenta dunque l’ulteriore, attesa, conferma che nell’attuale sistema normativo si deve ritenere che il consenso sia alla base della costituzione del rapporto di filiazione in caso di ricorso alla pma anche quando la coppia sia formata da due persone dello stesso».