Un ennesimo episodio di discriminazione da orientamento sessuale o identità di genere. Questa volta è capitato a Noemy, una donna transgender 35enne, nota nel mondo dei locali notturni quale spogliarellista. Le è stato infatti vietato d’accedere in una disco romana appunto perché trans.
È stata lei stessa a ricostruire i contorni della vicenda a Gaynews.
Alle 00:45 di oggi s’era recata in compagnia di due amiche al Nice (discoteca in zona Ponte Milvio), dove c’era un tavolo prenotato al loro nome in zona privé. «Ci stavano per far entrare – così racconta ancora incredula Noemy –, quando a un certo punto ci hanno bloccato.
Si è avvicinato allora un uomo e con molta gentilezza ci ha comunicato di essere rammaricato e di provare vergogna di ciò che stava per riferirci. Che, in pratica, non si poteva entrare per colpa mia.
Sono rimasta sbalordita come anche le mie amiche. Gli abbiamo chiesto la motivazione e lui ci risposto, senza nominarla, che una persona dello staff mi aveva riconosciuta in quanto trans. Per cui io mi sarei dovuta allontanare mentre le mie amiche, se erano “vere” donne biologiche, sarebbero potute entrare».
A distanza di tante ore Noemy ha ancora difficoltà a parlarne.
«Sono ancora scioccata da quanto accaduto – aggiunge –. Io mandata via pubblicamente da un locale pubblico per il solo fatto d’essere trans. In 35 anni non mi era mai capitato di essere vittima d’una discriminazione omotransfobica, di subire una tale umiliazione».
Anziché chiamare carabinieri o polizia Noemy ha preferito denunciare la vicenda attraverso una recensione fortemente negativa sul sito del Nice con tanto di motivazione per omofobia.
«Mi aspettavo una risposta – conclude –. Una richiesta di scuse da parte dei gestori. E, invece, nulla. Soltanto un duraturo e assordante silenzio, che mi ferisce ancora di più».