Il prossimo 17 luglio ricorrerà per Federica Angeli il 5° anno di vita sotto scorta a seguito delle minacce ricevute per le sue inchieste sulle mafie a Ostia.
Di tale drammatica esperienza, che ha inciso e modificato a 360 gradi la sua quotidianità, la giornalista de La Repubblica ha parlato, il 5 luglio, al Padova Pride Village nell’ambito d’un seguito dibattito alla luce del volume autobiografico A mano disarmata.
Al termine Federica Angeli ha rilasciato a Gaynews un’intervista in cui ha detto di provare amarezza nel «vedere con quanta leggerezza, superficialità e rancore il ministro dell’Interno Matteo Salvini stia amministrando il suo dicastero. Sono prove di forza che non tengono conto del lavoro delle persone, del pericolo che rischiano.
Vivere sotto scorta non è un privilegio. Saremmo tutti più contenti di poter tornare alla nostra libertà e non essere sempre accompagnati nelle nostre giornate da persone delle forze dell’ordine.
Quindi il ministro prima di compiere azioni come quella nei riguardi della professoressa Donatella Di Cesare, cui è stata revocata lo scorta, o di lanciare proclami, come quello nei riguardi di Roberto Saviano, dovrebbe davvero capire quello che sta amministrando».
Non ha mancato poi di rivolgersi al ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana: «Sembrerà banale, ma si dovrebbe capire una volta per tutte che l’amore è un sentimento che va oltre qualsiasi formarmalismo in cui lui vuole incastrarlo e ricondurlo. Credo che quello di negare una realtà come le famiglie arcobaleno sia davvero un problema tutto suo. Un problema d’educazione all’apertura e al dialogo, che forse da piccolo non ha ricevuto».
Guarda la VIDEO INTERVISTA