Classe 1968, maturità classica e un passato da dipendente aziendale, la deputata pavese Iolanda Nanni è considerata una pasionaria del M5s. Una donna coraggiosa, la cui attuale battaglia è soprattutto quella che sta conducendo contro il cancro.
Componente dell’VIII° Commissione (Ambiente, Territorio e Lavori pubblici) della Camera, la parlamentare è da sempre attenta ai temi delle discriminazioni e dei diritti delle persone Lgbti.
A poco più di due mesi dalla stipula del contratto di governo giallo-verde (o bleu, secondo alcuni) l’abbiamo raggiunta per raccoglierne pareri e valutazioni sulle criticità direttamente relative alla sfera rainbow.
Onorevole Nanni, nel contratto di governo non si fa parola alcuna di diritti civili. Anzi, alcuni parlamentari ed esponenti autorevoli del M5s (Di Battista, ad esempio) hanno detto che, mentre nella scorsa legislatura si è parlato di tali diritti, si affronteranno, nell’attuale, quelli sociali. Non le sembra una contrapposizione inaccettabile tanto più che c’è un’intima correlazione tra di essi?
Il fatto che alcuni parlamentari M5S abbiano dichiarato che il contratto di governo stipulato fra M5S e Lega sia focalizzato sui diritti sociali, non comporta alcuna contrapposizione con i diritti civili né implica che non possano essere portate avanti, in questa legislatura, attività sui diritti civili che, da sempre, sono oggetto del programma del M5s.
Come giudica le dichiarazioni del ministro della Famiglia e della Disabilità Lorenzo Fontana e la blanda presa di distacco da parte dei vertici del M5s?
Nel precisare che non condivido le dichiarazioni del ministro Fontana, che ritengo inaccettabili ed irricevibili, ribadisco anche che, sulle stesse, sono intervenuti vari parlamentari M5s nonché il ministro Bonafede, marcando le distanze fra il nostro pensiero e quello del ministro Fontana. Il M5s ha espresso la sua posizione pro famiglie arcobaleno.
Personalmente sono sempre stata a favore del matrimonio egualitario e della stepchild adoption. Ritengo che non si debba continuare a colpevolizzare il M5s per dichiarazioni fatte da un ministro in quota Lega, “richiamato” dallo stesso Salvini. Ministro che sarà tenuto a rispettare le leggi e che non verrà messo in condizioni di far retrocedere il nostro Paese sui risultati già raggiunti in questo ambito.
Tornando alla questione dei diritti delle persone Lgbti, si ha l’impressione d’una spaccatura del M5s tra periferia e centro. Mentre, infatti, nelle amministrazioni locali e regioanali i pentastellati danno prova di un fattivo impegno al riguardo (penso alla portavoce emiliana Silvia Piccinini o a quella lombarda Monica Forte), lo stesso non può dirsi delle file gialle del Parlamento o del governo. Non crede?
Sulla difesa dei diritti non vedo alcuna differenza fra le attività portate avanti dal M5s a livello territoriale ed a livello nazionale: in entrambi i casi abbiamo sempre perseguito lo stesso obiettivo, cioè la tutela dei diritti civili. Lo hanno dimostrato la nostra sindaca di Torino Appendino e la nostra consigliera Lombardi in Lazio.
Anch’io mi sono battuta, nello scorso mandato da consigliere regionale M5s della Lombardia, promuovendo un convegno al Pirellone sulle famiglie arcobaleno e presentando una mozione che chiedeva a Regione Lombardia di farsi promotrice per la trascrizione nei registri di stato civile dei matrimoni, contratti all’estero, fra persone dello stesso sesso e la costituzione di registri delle unioni civili nei comuni lombardi. Nella mozione proponevo anche di estendere le agevolazioni regionali, previste per i nuclei familiari, a coloro che sono iscritti nei registri. Purtroppo la mozione fu bocciata dalla maggioranza con 37 voti contrari e 31 favorevoli.
Queste attività territoriali sono la diretta conseguenza, e vanno di pari passo e coerentemente, con un percorso programmatico nazionale del M5s che ha come motto Nessuno deve rimanere indietro.