Un giovane studente di giurisprudenza della Federico II di Napoli, in vacanza a Gaeta, è stato vittima di un ennesimo caso di omofobia sabato 4 agosto.
Il giovane, che ha denunciato l’accaduto in un post sui social, racconta che, dopo aver parcheggiato l’auto a Largo Paone a Formia, si stava incamminando con amici verso il vicino sottopassaggio. A quel punto si sarebbe reso conto della presenza di un uomo a terra, che perdeva molto sangue e che veniva soccorso anche da altri ragazzi.
Così, spinto dalla comprensibile voglia di rendersi utile, si sarebbe allontanato dal gruppo di amici, rimasti nei pressi dell’uomo, e si sarebbe recato con un’altra ragazza presso il vicino ristorante Zi’ Anna Mare che si trova in Largo Paone, lato mare.
Arrivato al ristorante per chiedere ghiaccio e bende al fine di poter effettuare un primo soccorso nell’attesa che arrivasse l’autoambulanza e tamponare il sangue che usciva copioso, le richieste del giovane sarebbero state respinte con incredibile sufficienza da un cameriere impegnato in una conversazione telefonica. Cameriere che, in un secondo momento, quando fortunatamente il ragazzo sarebbe riuscito a ricevere aiuto da altri colleghi più solerti, si sarebbe lamentato ad alta voce di essere stato disturbato da “un mezzo frocio”.
Il giovane, pur avendo ascoltato chiaramente l’offesa che gli sarebbe stata rivolta dal cameriere, avrebbe comunque deciso di non perder tempo e portare aiuto all’uomo in difficoltà.
In un secondo momento, dopo circa un quarto d’ora, cioè dopo che l’autoambulanza aveva raggiunto il luogo dell’incidente, il giovane, stando sempre al suo racconto, avrebbe deciso di tornare presso il ristorante Zi’ Anna Mare per lamentarsi del comportamento del cameriere che, prima si sarebbe rifiutato di ascoltare la sua richiesta d’aiuto e poi l’avrebbe offeso definendolo “mezzo frocio”.
Dopo aver incontrato alcune resistenze alla sua legittima richiesta di parlare con il titolare del punto di ristorazione da parte dei dipendenti, lo studente avrebbe ricevuto dallo stesso titolare una risposta tanto laconica quanto incomprensibile, giacché costui avrebbe minimizzato il comportamento del cameriere sostenendo che “non faceva niente”.
Contattato da Gaynews all’indomani dell’accaduto, il giovane ha sottolineato che il suo sdegno nasce innanzitutto dal fatto che il cameriere, nonostante fosse stato informato dell’urgenza conseguente alla gravità della circostanza, avrebbe ritenuto opportuno ignorare la richiesta di soccorso. Poi dall’offesa che gli avrebbe rivolto per avergli chiesto di prestargli attenzione. Infine, per l’atteggiamento con cui il titolare dell’esercizio avrebbe avallato sia il comportamento neghittoso sia l’offesa omofoba del suo dipendente.