La 62enne Christine Hallquist ha vinto la nomination democratica per la corsa a governatrice del Vermont, le cui elezioni avranno luogo a novembre. Si tratta della prima candidata transgender per un tale incarico.
Come ceo della Vermont Electric Cop, è stata nel 2015 la prima donna transgender a ricoprire il ruolo di amministratrice delegata.
Con la nomination Hallquist allunga il numero record di candidate e candidati Lgbti alle prossime elezioni governative. La maggior parte di loro appartiene al Partito Democratico e si attesta su posizioni più direttamente antitrumpiane che incentrate sui diritti civili.
Quella di Hallquist sarà una dura corsa elettorale: il candidato repubblicano Phil Scott (attuale governatore) è infatti più popolare tra i dem che tra i componenti di partito in uno Stato, fra l’altro, solidamente democratico.
Nel gennaio scorso un’altra donna transgender, Chelsea Elizabeth Manning (conosciuta come talpa del Datagate e condannata – ma poi graziata da Obama – per aver consegnato documenti governativi sensibili a WikiLeaks), aveva invece presentato la sua candidatura per un seggio al Senato nello Stato del Maryland. Ma in giugno ha ottenuto appena il 5,7% dei voti, battuta dal 74enne Ben Cardin, che ha incassato l’80,5% delle preferenze.
C’è, invece, riuscita nel 2017 la giornalista Danica Roem, che, vincitrice delle primarie democratiche, è stata poi eletta, il 7 novembre, alla Camera dei delegati della Virginia.