Era intervenuta per impedire a un gruppo di sette od otto ladri di molestare e derubare alcune colleghe sex worker nel Bois de Boulogne a Parigi. Ma gli uomini l’hanno aggredita e ferita al torace, lasciandola esanime in una pozza di sangue.
È morta così Vanesa Campos, una 35enne transgender d’origine peruviana, che, giunta in Francia circa due anni fa, era attivista dell’associazione Pari-T impegnata nella lotta all’Aids e a sostegno delle persone transgender.
Come riferito all’Afp da fonti di polizia, che è sulle tracce degli aggressori, quella delle violenze e rapine a prostitute e clienti nel Bois de Boulogne è una realtà sempre più diffusa.
A darne per prima la notizia Giovanna Rincon, presidente d’Acceptess-T (associazione a tutela delle persone trans e lavoratrici del sesso), in un post su Facebook.
Sull’omicidio di Vanesa, così si è espressa Clémence Zamora-Cruz, co-presidente del Tgeu e portavoce d’Inter-Lgbt: «Possiamo parlare di un crimine motivato, possibilmente, da tre caratteristiche della vittima: omicidio transfobico, prostitutofobico e razzista.
Non è un fenomeno nuovo: le donne trans, sex worker e migranti vengono attaccate perché vulnerabili, come abbiamo già visto con la “brigata anti-trans”. Spesso questi attacchi iniziano con il racket delle vittime».
Mentre si continua a invocare giustizia e verità per Vanesa, Acceptess-T ha invitato le associazioni a recarsi, alle 18:00 di venerdì 24 agosto, sul luogo del delitto «in abito bianco e con una rosa bianca in onore della sua anima».