Stasera, alle ore 21:00, presso la Biblioteca Comunale di Aradeo (Le) avrà luogo la presentazione del libro Atti Intimi di Antonio Minerba, fratello di Giovanni, cofondatore e presidente del Lovers Film Festival di Torino.
Pubblicato per i tipi di Chiaredizioni, Atti Intimi è un’opera che si offre come vero e proprio omaggio d’artista alla nostra tradizione poetica e melodica. Infatti l’autore ha raccolto in questo testo una serie di immagini (xerografie, fotografie, immagini videografiche etc) che dialogano con la poesia di Penna, Artaud, Pasolini e tanti altri, ma anche con le canzoni di Luigi Tenco, Niccolò Fabi, Fabrizio De Andrè e altri interpreti della canzone italiana.
Non è la prima volta che Antonio Minerba “rischia” in operazioni di simile contaminazione espressiva ma, come lo stesso autore sottolinea, «nella Vita come nell’Arte il rischio pretende la sua parte».
In effetti, quando Antonio Minerba parla del rischio connesso alla propria opera, fa esplicito riferimento sia alla difficoltà di amalgamare risultati visuali e verbali sia alla volontà di realizzare in maniera efficace una stratificazione più concettuale che visiva: «Lo strato iniziale è la poesia, la canzone (o parte di esse), con il presupposto di dare una continuazione, attraverso il colore, per aggiungere uno spazio altro alle parole dei poeti/cantautori; interpretando quello che io “vedo” e “sento” nella lettura/ascolto».
Insomma, l’opera di Antonio Minerba è una sorta di restituzione e di riflessione intima dell’autore caratterizzata dall’infrazione del limite percepito tra parola e forma. Un’infrazione funzionale ad abolire confini tra arte visuale, poesia e canzone a vantaggio di una forma più alta, completa e sinestetica dell’esperienza artistica.
«Il colore fine a se stesso, seppur ingrediente necessario nella pittura, non è, e non può, essere l’unico – ammonisce Antonio Minerba -. Ogni pennellata è accompagnata da un proprio bagaglio culturale imprescindibile, dal quale non possiamo esimerci. In questo caso è accompagnato da “parole”, prese a prestito dai poeti/cantautori.
Ogni opera è un “atto intimo”, dove il dialogo tra la parola, la materia e la pennellata si materializzano in una sorta di nuova “frontiera”, dove tutte le azioni fluiscono e confluiscono».