Giunge alla 12° edizione il Queer Lion, il premio collaterale alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per il “miglior film con tematiche omosessuali & Queer culture”.
Istituito nel 2007 per volere del giornalista Daniel N. Casagrande e dell’allora direttore artistico della Mostra, Marco Müller, e col sostegno del direttore di Gaynews Franco Grillini, il riconoscimento gode del patrocinaio del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, dalla Regione Veneto, dalla Città di Venezia e dall’università Ca’ Foscari.
Dieci i film in gara per il Queer Lion Award 2018, la cui assegnazione spetterà ai giurati Rita Fabbri e Jani Kuštrin, sotto la presidenza di Brian Robinson, programmatore del London Lgbt Film Festival. La scelta sarà condotta sulla base d’un triplice criterio (contributo artistico, impatto sociale e impegno civile) tra tutte le pellicole queer presenti trasversalmente nelle sezioni della Mostra: Venezia 75, Fuori concorso, Orizzonti, Biennale College, Giornate degli autori, Settimana internazionale della critica.
A concorrere saranno:
a) C’est ça l’amour di Claire Burger (Francia, 98’);
b) José di Li Cheng (Guatemala, 85’);
c) The Favourite di Yorgos Lanthimos (Regno Unito, Irlanda, Usa, 120’);
d) The Other Side of the Wind di Orson Welles (Usa, Francia, Iran, 122’, 1970-1976, 2018);
e) Suspiria di Luca Guadagnino (Italia, Usa, 152’);
f) Zen sul ghiaccio sottile di Margherita Ferri (Italia, 90’);
g) La quietud di Pablo Trapero (Argentina, 117’);
h) Bêtes blondes di Alexia Walther e Maxime Matray (Francia, 100’);
i) Tchelovek kotorij udivil vseh (L’uomo che sorprese tutti) di Natasha Merkulova e Aleksey Chupov (Russia, Estonia, Francia, 105’);
j) Kucumbu tubuh indahku (Ricordi del mio corpo) di Garin Nugroho (Indonesia, 105’).
Per saperne di più abbiamo raggiunto Daniel Casagrande nel pieno della Mostra del Cinema che, iniziata il 29 agosto, terminerà sabato 8 settembre.
Daniel, qual è il film italiano in concorso?
L’unico film italiano è una pellicola presentata nella sezione Biennale College: Zen sul ghiaccio sottile di Margherita Ferri. Una delle sezioni più creative e innovative della Mostra, perché fa parte di un processo lungo e produttivo che coinvolge la Biennale, che segue alcuni progetti e li porta a compimento. Uno di questi progetti è quello di Margherita Ferri e, poiché è a tematica queer, lo abbiamo inserito all’interno delle pellicole in gara per il Queer Lion.
Quali i criteri sottesi alla selezione delle pellicole in gara al Queer Lion?
Il concorso del Queer Lion non seleziona direttamente le pellicole inserite in gara ma le riceve dalle varie commissioni selezionatrici: dalla Settimana della critica e dalle Giornate degli autori. Infatti, solo dopo la conferenza stampa della manifestazione, che ha luogo a luglio a Roma, l’organizzazione del Queer Lion prende contatti con le commissioni e riceve le indicazioni funzionali a individuare i film, che la giuria del Queer Lion deve vedere per assegnare il proprio premio.
Qual è l’attuale stato di salute del cinema a tematica queer?
Il cinema si è trasformato negli ultimi anni e il cinema queer ha sfruttato queste trasformazioni: con il digitale si sono infatti abbassati i costi di produzione e si è eliminata tutta una serie di ostacoli che prima c’erano e adesso non ci sono più. Questo ovviamente non fa sì che la qualità aumenti o i film queer necessariamente migliorino.
Come tutto il cinema, anche il cinema queer ha annate buone e altre meno buone. Cinematografie più vitali e altre meno vitali. La cinematografia queer è trasversale.