Il Senato romeno ha ieri adottato la proposta di revisione della Costituzione per la ridefinizione del concetto di famiglia.
A votare a favore del provvedimento 107 senatori del Partito Social Democratico (Psd), di Alleanza dei Liberali e dei Democratici (Alde), del Partito Nazionale Liberale (Pnl) e dell’Unione Democratica Magira di Romania (Udmr). Gli unici voti contrari quelli dei 13 parlamentari di Unione Salva Romania (Usr).
Il voto del Senato è stato l’ultimo passo prima del referendum di riforma costituzionale, fissato al 7 ottobre. Per Liviu Dragnea, leader del Psd (partito di governo) e presidente della Camera dei deputati, il referendum sarà «un momento cruciale per i valori fondamentali della società rumena».
L’iniziativa referendaria era stata lanciata mesi fa da alcune associazioni che, vicine alla Chiesa ortodossa romena e riunite nella Coalizione per la famiglia, hanno raccolto circa tre milioni di firme.
Secondo il testo che verrà sottoposto a consultazione e che in caso di vittoria del sì sarà inserito nella Carta costituzionale, il matrimonio «rappresenta l’unione tra un uomo e una donna» e non tra «sposi» come prevede l’attuale articolo.
La legislazione romena non consente le unioni tra persone dello stesso sesso ma secondo Coalizione per la famiglia un esplicito divieto in Costituzione renderebbe difficile se non impossibile modificare o introdurre una norma in tal senso.