Il 25 marzo del 2016 si spegneva a Roma uno dei protagonisti della scena italiana dal dopoguerra ad oggi: Paolo Poli. Poli, che sarebbe riduttivo definire solo attore e regista, è stato uno degli artisti italiani più geniali e iconoclasti, capace di incantare e spiazzare chi lo ascoltava con il suo raffinatissimo sarcasmo e la sua esplosiva e originale verve comica e brillante. Uomo di profonda cultura e grande capacità comunicativa, Paolo Poli ha lasciato un vuoto che sarà difficilmente colmato nella storia dell’arte e dello spettacolo del nostro Paese.
Ed è proprio per ricordare l’artista fiorentino che si inaugurerà a Roma, il prossimo 19 settembre, presso il Teatro Valle, con un vernissage a inviti, la mostra Paolo Poli è…, già presentata a Firenze, presso il Teatro del Maggio Fiorentino, nell’autunno del 2017. La mostra, curata da Rodolfo di Giammarco e Andrea Farri, sarà aperta al pubblico dal 20 settembre al 4 novembre 2018.
A pochi giorni dall’inaugurazione, contattiamo Lucia Poli, attrice e sorella di Paolo, per saperne di più su questo evento.
Lucia, qual è l’importanza di Paolo Poli nella storia della cultura e dell’arte in Italia? Quale eredità e quale insegnamento ha lasciato al nostro Paese?
Paolo è stato un attore geniale e un grande intellettuale insofferente alle classificazioni, perché ha inventato uno “stile” tutto suo, unico e irripetibile. Si possono dire eredi tutti quegli artisti che coltivano con profonda serietà una passione e fanno della “libertà” la loro casa interiore. Paolo Poli è stato un grande demistificatore di luoghi comuni e pregiudizi.Potresti restituirci un tuo ricordo personale di un episodio in cui Paolo, con la sua irriverenza geniale, ha ribaltato le convinzioni comuni?
Uno dei libri preferiti di Paolo era Pinocchio di Collodi. Ne parlò una volta in pubblico con una professoressa. “Io mi sento simile a Pinocchio – disse – un burattino tremendo e adorabile insieme!” “Ma Pinocchio alla fine diventa un ragazzino per bene” osservò la professoressa. E lui:
Credo che sia stata Emma Perodi, che faceva l’editing del giornalino, ad aggiungere quella frasetta moralistica nel finale: Com’ero buffo quand’ero burattino!.. E come sono contento di essere diventato un ragazzino per bene! Finisce pisciandosi sulle scarpe. Risate e applausi del pubblico.
Secondo te, oggi, che penserebbe Paolo Poli dell’attuale clima politico italiano?
Non penso che mio fratello sarebbe felice nel clima politico di oggi soprattutto perché dotato di grazia impertinente, che è esattamente il contrario dell’ignoranza e della volgarità.