«Quando in modo molto artigianale ho dato delle martellate per mettere il chiedo nel muro per apporre questa targa mi sono emozionato. In ricordo soprattutto di quanti hanno contributo a rendere più libera e giusta la nostra società e da monito per chi vorrebbe annullare i nostri spazi di libertà faticosamente conquistati.
In memoria di quella storia mai raccontata dall’uomo bianco eterosessuale. Mi sono davvero emozionato come altre poche volte».
Con queste parole Antonello Sannino, presidente del comitato provinciale Arcigay di Napoli ma anche componente dell’Anpi, ha commentato l’affissione della targa che, in via Santi Giovanni e Paolo (nel quartiere partenopeo di San Giovanniello) ricorda il protagonismo dei femminielli durante le Guattro Giornate di Napoli.
Come più volte ripetuto dal partigiano Antonio Amoretti, presente alla manifestazione svoltasi a San Giovanniello, i femminielli ebbero un ruolo determinante nella liberazione dal giogo nazifascista del popolo napoletano.
La targa è stata apposta laddove sorgeva il “vascio” in cui abitava Vincenzo, o femminiell’ morto da alcuni anni. L’abitazione di Vincenzo, per decenni luogo di incontro e riunione dei femminielli della zona, fu anche ritrovo degli stessi durante la seconda guerra mondiale. Femminielli che, coordinati da Vincenzo, affrontarono coraggiosamente lo scontro con i nazofascisti tra il 27 e il 30 settembre del 1943.
Simona Marino, delegata Pari opportunità del Comune di Napoli, si è impegnata a far sì che l’amministrazione comunale definisca ufficialmente quell’area come luogo di rilevanza per la memoria storica della città, contrassegnandolo con una targa ufficiale a memoria del valore dei femminielli napoletani.
All’evento erano presenti anche Loredana Rossi, leader storica dell’Atn, Giuseppe Marmo, presidente dell’Asd Kodokan Sport Napoli, e Daniela Lourdes Falanga, delegata Politiche transessuali del comitato Arcigay di Napoli, la quale, augurandosi che il luogo diventi luogo di commemorazione, ha dichiarato: «Napoli ha una targa che riscrive la storia, che chiaramente la ripropone nella sua verità, senza omissioni».
Guarda la GALLERY