A 20 anni dall’uccisione di Matthew Shepard la legge federale che ne porta il nome è oggetto di valutazioni differenti da parte delle associazioni per i diritti Lgbti e il contrasto alla violenza. Adottata il 22 ottobre 2009 dal Congresso degli Stati Uniti, la risoluzione fu promulgata in legge il 28 ottobre dall’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
Il Matthew Shepard Act (il cui nome ufficiale è Matthew Shepard and James Byrd, Jr. Hate Crimes Prevention Act) ha esteso la legge federale del 1969 sui reati d’odio ai crimini motivati da orientamento sessuale, identità di genere o disabilità. Ha inoltre conferito alle autorità federali una maggiore capacità di impegnarsi nella lotta ai crimini d’odio e ampi finanziamenti per aiutare le agenzie sia statali sia locali a indagare e perseguire tali crimini.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha reso noto che, a partire dal gennaio 2017, delle 32 condanne per crimini d’odio sette sono relative ad atti di violenza contro persone omosessuali e transgender. Il rapporto 2017, compilato dalla Matthew Shepard Foundation, ha documentato 25 casi giudicati sotto la legge Shepard / Byrd fino alla metà di quell’anno: nove di loro hanno coinvolto vittime Lgbti.
Alcuni attivisti e attiviste sono stati delusi dal numero relativamente basso di casi anti-Lgbti perseguiti a norma di legge. Ma David Stacy, direttore degli affari governativi di Human Rights Campaign, lo considera un successo dal momento che il Matthew Shepard Act spinge i procuratori statali e locali a prendere sul serio la violenza contro le persone Lgbti.
Secondo la medesima organizzazione, di cui Stacy è componente, sono 30 gli Stati ad aver adottato leggi che perseguono reati basati sull’orientamento sessuale. Leggi che, in 18 dei medesimi 30 Stati, si estendono a crimini contro le persone transgender. Cinque Stati, incluso il Wyoming (dove fu torturato Matthew Shepard), non hanno legge alcuna sui crimini di odio. 15 Stati, infine, hanno tali normative ma non estese a motivi legati all’orientamento sessuale e all’identità di genere
L’utilità della legge federale è stata ribadita anche da Judy Shepard, madre di Matthew e cofondatrice della fondazione a lui intitolata, che si è detta però fiduciosa in ulteriori passi come una più ampia denuncia dei crimini di odio alle autorità federali da parte delle forze dell’ordine e una migliore formazione per gli agenti che si trovano ad affrontare tali casi.
Il Progetto Antiviolenza di New York è tra i gruppi che hanno inizialmente sostenuto la legge Shepard/Byrd ma hanno ora hanno perplessità.
«C’è stata una vera trasformazione nel modo in cui pensiamo di porre fine alla violenza e di come sia fatta giustizia – ha dichiarato Audacia Ray, direttrice dell’organismo newyorkese –. Volevamo che il sistema risolvesse le cose attraverso la giusta pena. Ora crediamo che la punizione non metta fine alla violenza ma la perpetui». Ray ha dichiarato che la violenza anti-LGBT potrebbe essere ridotta attraverso seri risarcimenti economici e migliori opzioni abitative per le persone Lgbti emarginate.
Per l’avvocata Jenny Pizzer, dirigente dell’organizzazione per i diritti Lgbti Lambda Legal Defense and Education Fund, le leggi statali e federali relative ai crimini d’odio si sono rivelate importanti in termini sia numerici sia simbolici. Pur mettendone in discussione l’effetto deterrente sugli autori di reati spinti da odio irrazionale, Pizzer ha fatto notare come esse abbiano avuto, in ogni caso, un effetto positivo sulle forze dell’ordine statali e locali.
Ha anche affermato che tali norme hanno potuto essere d’aiuto alle persone Lgbti nel sentirsi meno emarginate dallo stigma sociale. «Non trasformano gli atteggiamenti da un giorno all’altro per alcune persone – ha detto Pizer – Ma aiutano e questo è importante».