Oltre 5.000 persone hanno partecipato ieri a Verona alla manifestazione organizzata da Non una di meno per protestare contro la mozione 434 che, approvata in Consiglio comunale il 4 ottobre e subito ribattezzata mozione anti-aborto, è divenuta un caso politico nazionale a seguito del voto favorevole della capogruppo del Pd Carla Padovani.
La mobilitazione, cui hanno aderito numerose associazioni femminili e umanitarie, è partita intorno alle 15:00 da piazzale XXV Aprile (davanti alla stazione di Porta Nuova) e, dopo aver attraversato piazza Bra, ha raggiunto la zona di Porta Vescovo. Moltissime le persone giunte da ogni parte d’Italia.
Cospicua inoltre la presenza di attiviste e attivisti Lgbti, che hanno sostenuto Non una di meno Verona nella campagna contro la mozione 434 e sono stati a loro volta colpiti delle dichiarazioni omofobe del consigliere Alberto Zelger, primo firmatario del discusso provvedimento. Tra i partecipanti anche Andrea Gardoni e Angelo Amato, la coppia di Stallavena (Vr), vittima in agosto e settembre di lettere minatorie e aggressioni.
D’altra parte nel comunicato ufficiale di convocazione la sezione scaligera di Nudm aveva già rilevato: «Verona è la città che da decenni si è imposta come laboratorio di ciò che ora vediamo in opera al governo. L’azione della giunta Sboarina riassume in sé tutta la violenza che in questi anni ha contraddistinto il clima politico della città contro donne, gay, lesbiche, trans, migranti.
Per queste ragioni la nostra lotta sarà oltre i confini delle organizzazioni tradizionali: Non una di meno sarà in piazza per riprendere parola insieme a movimenti LGBTQI e studenteschi, ai collettivi universitari e alle altre associazioni che lavorano per aprire spazi di libertà. La data di Verona segna l’inizio dello Stato di agitazione permanente lanciato da Non una di Meno verso il 24 novembre, manifestazione nazionale a Roma, e lo sciopero globale dell’8 marzo.»
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