Un grave caso di discriminazione sul lavoro è stato denunciato nei giorni scorsi a Piacenza. Vittima un 28enne che, dopo essere stato minacciato verbalmente dal suo tutor («Se sei gay, t’investo con il muletto»), si è visto anche negare il rinnovo del contratto presso un’azienda cittadina .
In prima linea accanto al giovane Davide Bastoni, presidente del locale comitato Arcigay Atomo, che ha subito condannato con fermezza l’accaduto. Lo abbiamo raggiunto per saperne qualcosa di più.
Ciao, Davide: puoi raccontarci che cosa è esattamente accaduto?
Abbiamo saputo di questa vicenda direttamente dalla vittima che è nostro socio. È stato lui ad avvertirmi circa una settimana fa. Lui era stato assunto da una ditta della logistica di Piacenza, a inizio settembre, tramite agenzia interinale. Come di prassi, era stato affiancato da un tutor che gli insegnasse il lavoro. È stato proprio questo tutor a dirgli, durante una conversazione, di odiare i culattoni, aggiungendo che se fosse stato gay, l’avrebbe messo sotto con il muletto.
Nei giorni seguenti il clima tra il nostro socio e il tutor è diventato sempre più freddo e teso fin quando il suo contratto non è stato più rinnovato con motivazioni poco credibili. Allora il nostro socio è andato dal direttore dell’azienda per avere spiegazioni ma questi si è inizialmennte negato. Poi, quando ha capito che il nostro socio avrebbe potuto adire le vie legali, ha deciso di riceverlo alla presenza di altri. L’incontro, avvenuto nel suo ufficio, è stato inizialmente sgradevole perché il direttore e i presenti non credevano al racconto del nostro socio e continuavano ad avere un tono di beffa, minimizzando la grave minaccia omofoba subita dal giovane.
Per fortuna un altro impiegato dell’azienda ha confermato quanto raccontato dalla vittima. A quel punto il direttore ha dovuto chiedere scusa, nonostante l’aggressore fingesse di non ricordare le sue minacce. Di fatto, però, il nostro socio è stato lasciato a casa. Infatti, come detto, non gli hanno in rinnovato il contratto con una scusa che sembra davvero raffazzonata: l’intolleranza alla polvere.
Come Arcigay, qual è stata la vostra reazione?
Appresa la vicenda, come Arcigay ci siano mobilitati e abbiamo chiesto aiuto anche ad altre associaIoni presenti sul territorio, tra cui Telefono Rosa, la cui presidente è un’avvocata che ci ha dato una grande mano.
Ieri siamo poi usciti con un comunicato stampa per informare la cittadinanza dell’accaduto, omettendo il nome della ditta e della vittima. Noi non abbiamo un intento punitivo ma vogliamo sensibilizzare la popolazione.
Piacenza è a tuo parere una città omofoba?
Questo avvenimento è la punta di un iceberg in un territorio che non ha mai conosciuto episodi eclatanti di omofobia diretta come questo che abbiamo denunciato. Però è innegabile che il nostro è certamente un territorio provinciale in cui sono diversi i fenomeni di omofobia indiretta che andrebbero segnalati e stigmatizzati. Ecco perché abbiamo chiesto alla stampa di aiutarci ad informare i più giovani, e non solo i più giovani, che qualora fossero stati vittime di fenomeni di omofobia, anche indiretta e meno plateale, ci contattino così da denunciare l’accaduto.
E poi abbiamo chiesto all’amministrazione di Piacenza di porre in essere dei progetti per contrastare la violenza omofobica in modo tale che questi atti di discriminazione non avvengano. Attualmente la Giunta è di destra e la Lega ha un peso preponderante con una parte vicina alle frange ultraconservatrici cattoliche, come i ProVita.nE un anno fa, il comune di Piacenza è uscito dalla Rete Ready. Ripetendo perciò quanto già detto in un’intervista, vorrei ricordare alla sindaca, che tra l’altro si candida ad essere la sindaca migliore del mondo, che per essere tale bisogna occuparsi anche di discriminazioni.
Noi stiamo facendo un grande lavoro da un anno a questa parte, facendo rete con tante altre associazioni del territorio come Non Una Di Meno, Amnesty, Telefono Rosa, Anpi, perché quella contro tutti i fascismi è ormai una lotta intersezionale.