Una piazza del Campidoglio gremita stamani all’inverosimile per il sit-in Roma dice basta contro il degrado urbano.
Tantissime le persone che hanno accolto l’appello lanciato giorni fa sui social da sei cittadine, che avevano fra l’altro scritto: «Dopo 28 mesi di giunta Raggi questa è la prima occasione per i cittadini romani esasperati dal progressivo imbarbarimento della città di dire che non sono d’accordo, che non è vero niente che siamo solo dei brontoloni che tutto va bene, che sono stufi di sentirsi ripetere che tutta la colpa è delle amministrazioni precedenti».
La 65enne Silvia Mauro, una delle promotrici dell’iniziativa, ha dichiarato in piazza: «A maggio, quando eravamo soffocati dalla spazzatura e dalle buche, con un gruppo di amiche ci siamo viste di domenica, ci siamo sfogate e poi abbiamo deciso di mobilitarci. È nato un gruppo Facebook e in un giorno siamo diventati 2mila, oggi siamo 22mila».
Raggi dimettiti, Ora basta!, Dignità per Roma: questi solo alcuni degli slogan riportati su decine di cartelli e striscioni con i quali i partecipanti hanno riempito, a partire dalle 10:00, la piazza antistante il Palazzo Senatorio.
Ma anche tante scritte in inglese e in latino, come quella dei liceali del Lucrezio Caro che hanno puntato su una rivisitazione della celebre frase ciceroniana della Prima Catilinaria: Quousque tandem abutere, Virginia, patientia nostra?. Mentre sono stati fotografati e intervistati, hanno ripetuto sorridenti la traduzione a tutti: Fino a quando, Virginia, abuserai della nostra pazienza?
Presenti anche attivisti e attiviste Lgbti con striscioni e bandiere come quelle del Circolo di Cultura omosessuale Mario Mieli, la cui ex presidente Rossana Praitano ha scritto su Facebook: «Piazza gremita! Roma dice basta…. Inizia la riscossa dei cittadini!».
Ma per i vertici pentastellati Raggi non deve affatto dimettersi, anzi le andrebbero «dati più poteri per contrastare il degrado – come dichiarato in Sicilia dal vicepresidente del consiglio Luigi Di Maio -; pieni poteri per poter effettuare gli sgomberi degli edifici occupati senza aspettare il ministero, o gestire pienamente i rifiuti. E non lo dico perché il sindaco è dei 5 Stelle».
Persone Lgbti mescolate alla folla anche a piazza dell’Immacolata per il sit-in organizzato da Anpi, Cgil, Arci, Non una di meno in ricordo di Desirée Mariottini, la 16enne morta, il 19 ottobre, dopo essere stata drogata e stuprata in uno stabile diventato covo degli spacciatori nel quartiere San Lorenzo.
«Questa è la Roma migliore», ha detto al microfono il presidente provinciale dell’Anpi Fabrizio De Sanctis, che ha aggiunto: «Stiamo vivendo giornate terribili bisogna assicurare i responsabili alla giustizia senza sconti. Ma non si possono tollerare le strumentalizzazioni: le donne sono tutte uguali e gli aggressori sono tutti uguali e tutti vanno condannati e assicurati alla giustizia».
A De Sanctis ha fatto eco Tina Costa, partigiana 90enne, che ha affermato di non essere contro «chi viene in Italia e non mi interessa il colore della pelle. Ma chi governa ha il dovere di controllare che chi sta nel nostro Paese sia un cittadino onesto. Un altro che hanno preso aveva con sé 11 chili di cocaina. Per i disonesti, le patrie galere sono là.
Di fronte ai ragazzi che oggi si richiamano al fascismo io provo sgomento: credo che questi ragazzi non vengono educati come dovrebbero. Se nelle nostre scuole non si studiano le nostre radici, come posso prendermela con i ragazzi? Me la prendo con chi ha il dovere di crescerli ed educarli. Devono conoscere e studiare le nostre radici».
Per la rappresentante di Non una di meno «non c’è nessun bisogno di uomini forti che ci difendano Noi ci difendiamo da soli con le nostre idee e i nostri progetti. Noi costruiamo reti e spazi e agibilità politica. La speculazione sul corpo di Desirée ci disgusta. Noi con San Lorenzo solidale stiamo lavorando per migliorare questo quartiere.
Dobbiamo fermare lo sciacallaggio mascherato da difesa delle donne. Forza Nuova minaccia di attraversare le strade del quartiere antifascista, perché i padri devono difendere le loro figlie bianche. Questo ci fa schifo. Noi non siamo merce di nessun mercato e di nessun fascismo dentro e fuori il Governo».
Nella manifestazione antifascista è confluito il presidio Con i migranti per fermare la barbarie che, previsto alle 16:00 in piazza SS. Apostoli, è stata dirottato dagli organizzatori in piazza dell’Immacolata dopo che si è appreso della della minaccia di Forza Nuova di marciare verso San Lorenzo.
Il corteo dei forzanovisti, guidato da Roberto Fiore, è partito da Porta Maggiore e ha raggiunto via dello Scalo di San Lorenzo, fronteggiato da forze dell’ordine e militanti delle associazioni del quartiere.
Un gruppo di manifestanti, per lo più ragazze, si è a un tratto staccato. Ma è stato intercettato e bloccato, mentre brandiva due bandiere di Forza Nuova, all’inizio di via dei Lucani da un nucleo di militanti e, subito dopo, dalla Digos, mentre correvano in direzione del piccolo memoriale che con fiori, foto e scritte riveste il portone di ferro del 22, da cui si accede all’area in cui è stata trucidata Desirée.
Gli agenti hanno identificato le forzanoviste, che avevano nascosto le bandiere sotto ai giubbotti neri, e li hanno scortati via dalla zona. Successivamente anche il presidio di Forza Nuova allo Scalo di San Lorenzo è stato sciolto e il cordone dei residenti è così risalito lungo le mura della ferrovia verso piazza dell’Immacolata.
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